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Leccemania: mancata la giusta cattiveria, la panchina salva il risultato
QUESTIONE DI RITMO – L’avvio dei giallorossi è stato di grande intensità con pressing alto e fraseggio veloce che hanno portato a diverse conclusioni, al cospetto dell’Udinese succube degli attacchi leccesi senza riuscire a coprire bene le zone di campo: Strefezza poco raddoppiato e libero di accentrarsi per cercare il tiro o per servire Gallo in sovrapposizione, Oudin che si muove tra gli spazi per triangolare con i compagni sulla sinistra permettendo un giro palla veloce. Mancando l’acuto, però, i salentini hanno calato il ritmo, quasi adeguandosi ai bianconeri scesi in campo impauriti, pensando di poter segnare anche con il minimo sforzo. Questo calo, però, ha fatto trovare impreparati i giallorossi nella ripresa perché i friulani, evidentemente strigliati negli spogliatoi, con l’ingresso di Ebosele hanno cambiato totalmente atteggiamento trovando subito il vantaggio su un rigore provocato da Gendrey (tanto generoso quanto superficiale).
LA FORZA DEI CAMBI - Al gol dell’Udinese, il Lecce non ha una reazione definibile veemente ma più che altro i bianconeri sembrano volersi accontentare di gestire il vantaggio senza pungere in contropiede, probabilmente sentendo la pressione di conquistare la prima vittoria. A sparigliare le carte, però, ci pensa D’Aversa dalla panchina, mettendo Dorgu per Gallo ormai in balìa di Ebosele e cambiando l’attacco che diventa composto da Banda, Almqvist e Piccoli ma soprattutto Sansone in loro appoggio. L’ex Bologna, sino ad ora poco brillante essendo arrivato negli ultimi giorni di mercato, è apparso intraprendente mettendo in mostra le sue qualità con cui confeziona un cross al bacio per l’ottimo inserimento di Piccoli che riporta la parità.
PARLANO I NUMERI – Assist di Sansone e gol di quella che sarebbe la punta di riserva a Krstovic: non è una novità per questo Lecce che ha recuperato diverse partite con i subentrati. Innanzitutto, le statistiche dicono che la squadra di D’Aversa è quella che ha guadagnato più punti da situazioni di svantaggio (sei) e soprattutto sono diventati cinque i gol dalla panchina agganciando l’Inter e ad una sola rete dal Napoli. Questo spiega che, soprattutto dopo Udine, i giallorossi devono cercare di tenere i ritmi alti per segnare ma che, anche in situazioni di svantaggio, la squadra non bisogna darla per morta.