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    Leccemania: mancata la giusta cattiveria, la panchina salva il risultato

    Leccemania: mancata la giusta cattiveria, la panchina salva il risultato

    • Stefano Gennari
    Un punto a Udine e in questo caso verrebbe da dire “solo un punto” osservando i primi venti minuti che hanno mostrato i diversi stati d’animo delle due squadre: il Lecce sulle ali dell’entusiasmo e con la mente libera, paura e pressione per i bianconeri costretti a vincere. Alla fine dei conti prevale la via di mezzo ma con un pizzico di rammarico per i giallorossi che mancano la vittoria e la prestazione della maturità. Certamente la classifica lascia ottimisti e virtualmente sereni ma le debolezze dei friulani potevano permettere ai giallorossi di prendersi tre punti da mettere in cascina. Del pareggio resta comunque un Lecce che ha approcciato bene il match e che, ancora una volta, ha ripreso la partita anche grazie a chi è subentrato nella ripresa dimostrando di avere ottime armi a gara in corso.

    QUESTIONE DI RITMO – L’avvio dei giallorossi è stato di grande intensità con pressing alto e fraseggio veloce che hanno portato a diverse conclusioni, al cospetto dell’Udinese succube degli attacchi leccesi senza riuscire a coprire bene le zone di campo: Strefezza poco raddoppiato e libero di accentrarsi per cercare il tiro o per servire Gallo in sovrapposizione, Oudin che si muove tra gli spazi per triangolare con i compagni sulla sinistra permettendo un giro palla veloce. Mancando l’acuto, però, i salentini hanno calato il ritmo, quasi adeguandosi ai bianconeri scesi in campo impauriti, pensando di poter segnare anche con il minimo sforzo. Questo calo, però, ha fatto trovare impreparati i giallorossi nella ripresa perché i friulani, evidentemente strigliati negli spogliatoi, con l’ingresso di Ebosele hanno cambiato totalmente atteggiamento trovando subito il vantaggio su un rigore provocato da Gendrey (tanto generoso quanto superficiale).

    LA FORZA DEI CAMBI -   Al gol dell’Udinese, il Lecce non ha una reazione definibile veemente ma più che altro i bianconeri sembrano volersi accontentare di gestire il vantaggio senza pungere in contropiede, probabilmente sentendo la pressione di conquistare la prima vittoria. A sparigliare le carte, però, ci pensa D’Aversa dalla panchina, mettendo Dorgu per Gallo ormai in balìa di Ebosele e cambiando l’attacco che diventa composto da Banda, Almqvist e Piccoli ma soprattutto Sansone in loro appoggio. L’ex Bologna, sino ad ora poco brillante essendo arrivato negli ultimi giorni di mercato, è apparso intraprendente mettendo in mostra le sue qualità con cui confeziona un cross al bacio per l’ottimo inserimento di Piccoli che riporta la parità.

    PARLANO I NUMERI – Assist di Sansone e gol di quella che sarebbe la punta di riserva a Krstovic: non è una novità per questo Lecce che ha recuperato diverse partite con i subentrati. Innanzitutto, le statistiche dicono che la squadra di D’Aversa è quella che ha guadagnato più punti da situazioni di svantaggio (sei) e soprattutto sono diventati cinque i gol dalla panchina agganciando l’Inter e ad una sola rete dal Napoli. Questo spiega che, soprattutto dopo Udine, i giallorossi devono cercare di tenere i ritmi alti per segnare ma che, anche in situazioni di svantaggio, la squadra non bisogna darla per morta.
     

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