Leccemania: dalla mano di Falcone alla freddezza di Colombo e salvezza fu!
Stefano Gennari
Il Lecce festeggia la salvezza con un turno d’anticipo dopo essere entrato in un vortice pericoloso che aveva praticamente consumato tutto il vantaggio guadagnato nel periodo pre e post Mondiali. La sfida con il Monza, soprattutto al momento del rigore per i padroni di casa, aveva rassegnato i giallorossi a giocarsi tutto nel match di casa dove già qualche match point era stato sbagliato. Dall’85’ l’inerzia del match cambia fino a rovesciare le sorti del Lecce.Infatti, dopo il rigore parato da Falcone cambia il match e se ne accorge anche Baroni che, insieme a Pezzella stava facendo entrare Helgason per poi cambiare idea con Colombo. Mai cambio fu più azzeccato con l’attaccante di proprietà del Milan che si prende la responsabilità del rigore più importante della stagione (e al momento della sua giovane carriera), sotto la curva ospite, calciato con estrema freddezza. Dopo 100’ termina la sfida in cui i più si erano rassegnati che quello di Monza non fosse un match point pensando piuttosto alla sfida con il Bologna ma il Lecce, che quest’anno sorprende nuovamente contro le squadre della metà alta della classifica, esce con il bottino pieno da Monza e con la classifica per cui tutti avrebbero firmato ad agosto e che paradossalmente stava diventando motivo di preoccupazione. Il destino rende protagonisti Falcone e Colombo, sarà un caso ma pone l’accento su due giocatori che in vari momenti del campionato sono stati decisivi ma anche soggetti a critiche. Meno il portiere In quest’ultimo caso, decisivo più in positivo ma che nell’ultimo periodo era stato protagonista anche lui nel periodo nero dei giallorossi come contro il Napoli dove un suo errore è costato un punto d’oro cui si aggiunge qualche incertezza. Alti e bassi per Colombo, spesso oggetto di critiche, perché poco partecipe nelle azioni e avulso del gioco ma, oltre al rigore decisivo per la salvezza, sulla bilancia pesano i suoi gol contro Udinese, Sampdoria e Lazio di novembre e al rientro dai Mondiali che costituiscono il filotto con cui il Lecce ha costruito il vantaggio sulle rivali. Si chiude dunque con la festa, non più match point, fischi, paure e calcoli ma una stagione e una salvezza acquisita con l’impegno di ogni singolo, anche di alti e bassi, lasciando il timbro su un risultato prima sognato e sperato, poi diventato realtà.