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Lecce, 'Mai un giorno senza crescere': programmazione e fame di calcio i segreti del miracolo salentino
Una piccola città di provincia, Lecce, si è affacciata lo scorso anno alla massima serie, dopo l’anticamera della B e un bel po’ di inferno calcistico (leggi Serie C). Oggi è tutta un’altra musica: dopo la meritata salvezza dello scorso anno, è cambiato l’allenatore (D’Aversa ha preso il posto di Baroni), qualche protagonista dell’undici titolare ha lasciato il Salento, e tante facce nuove sono arrivate, in continuità con il progetto sostenibile lanciato anni fa dal presidente Sticchi Damiani. Ebbene sì, oggi la Lecce calcistica è un’isola felice. E i motivi qui sotto elencati lo testimoniano.
PUNTI – La squadra guidata da mister D’Aversa ha avuto una partenza monstre in campionato: 11 punti, frutto di tre vittorie (contro Lazio, Salernitana e Genoa) e due pareggi (Fiorentina e Monza); poi, 8 gol fatti e 4 subiti. Numeri importanti per il team giallorosso proiettato così nelle zone nobili della classifica.
GIOCO – Ma non di soli numeri vive, appunto, il calcio: si è vista, sin dalle prime uscite, la mano dell’ex allenatore del Parma sul gioco dei salentini. Squadra sempre propositiva, sia in casa che in trasferta, per nulla intimorita dal blasone di avversari e top player. Manca la ciliegina sulla torta? No, c’è anche quella: la rosa del Lecce è, ad oggi, la più giovane della massima serie.
PROPRIETA’ SOLIDA – Nel calcio, però, non si improvvisa nulla e quanto di buono si sta vedendo è il frutto del lavoro, della lungimiranza e dei sacrifici che la società, presieduta da Sticchi Damiani e da altri soci, sta portando avanti da anni. Conti a posto, niente spese pazze, patrimonializzazione dei calciatori. Un passo alla volta, dunque, ma come ha sottolineato recentemente Sticchi: “mai un giorno senza crescere”, è questo il manifesto del club giallorosso.
MANAGEMENT AL TOP – Spazio poi al direttore tecnico Pantaleo Corvino (coadiuvato dal direttore sportivo Stefano Trinchera): un nome, una garanzia. Fresco di rinnovo triennale (con opzione per un ulteriore anno), l’ex ds di Bologna e Fiorentina lavora al progetto Lecce ventiquattro ore al giorno, occupandosi della prima squadra, ma anche e soprattutto del settore giovanile, Primavera in testa. Decine di operazioni in entrata in ogni sessione di mercato, tutte a basso costo o a zero, con l’obiettivo di scovare i nuovi Chevanton, i nuovi Bojinov. E i frutti si cominciano ad intravvedere, basti pensare solo alla cessione di Morten Hjulmand allo Sporting Lisbona: scovato nel nulla, due anni a Lecce, ed ora in un top club europeo. La ricetta è questa.
PRESENTE – L’oggi è rappresentato da gente come Rafia, Krstovic, Banda, Oudin, Baschirotto, Falcone, Sansone, Pongracic, Gonzalez, Gendrey, Gallo e Strefezza, solo per citarne alcuni. Una base importante che, come detto, ha già fatto bene lo scorso anno, grazie anche all’ottimo lavoro svolto da Marco Baroni (passato sulla panchina dell’Hellas Verona). Una base, dunque, importante sulla quale continuare a costruire: le fondamenta sono ben fatte e stabili.
IL FUTURO E’ QUI – Ecco, però, che il futuro è pronto a farsi spazio a… spallate. E sì perché la Primavera allenata da mister Federico Coppitelli (ex allenatore nei settori giovanili di Frosinone, Roma e Torino), campione d’Italia lo scorso anno, è pronta a misurarsi quest’anno nella prestigiosa cornice europea della Youth League, senza perdere d’occhio il mandato societario: dalla Primavera alla prima squadra il passo deve essere breve. I nomi? Dopo Dorgu e Burnete, ora in prima squadra, ma la scorsa annata colonne portanti della Primavera, ecco che l’attenzione ora si sposta su Pascalau, Vulturar, Samek e Addo.
PUBBLICO – È il valore aggiunto, quello che tempo fa si sarebbe chiamato il dodicesimo uomo in campo. C’è fame di calcio a Lecce, c’è voglia di grandi partite, di grandi vittorie. Quasi sempre il “Via del Mare” fa registrare il tutto esaurito, abbonamenti andati a ruba, con la società che deve fare i salti mortali per rendere disponibili qualche tagliando in più alla vigilia di gare di cartello o particolarmente sentite. È questa oggi l’isola felice.