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    Lecce e il Salento di nuovo in Serie A: da Baroni, a Coda e Hjulmand, Corvino sa ancora fare magie

    Lecce e il Salento di nuovo in Serie A: da Baroni, a Coda e Hjulmand, Corvino sa ancora fare magie

    • Emanuele Tramacere
    Per la seconda volta nella sua storia il Lecce mette in bacheca e alza il titolo di Campione della Serie B e grazie a questo successo centra la promozione diretta in Serie A per la stagione 2022-23. Una cavalcata ricca di emozioni, in uno dei campionati più combattuti di sempre, in cui più volte il sogno sembrava destinato a svanire. E invece no perché il lavoro di Marco Baroni (grande ex che "aveva un debito" con questa piazza che lo ha cresciuto da calciatore) ha consentito ai giallorossi del presidente Sticchi Damiani e del ds Pantaleo Corvino di valorizzare al meglio una rosa che si è rivelata il giusto mix fra calciatori di grane esperienza nella categoria e giovani di grandissime prospettive.

    DA CODA A HJULMAND - Un 4-3-3 quello di Baroni che ha preso forma fin dalle prime giornate e che, inevitabilmente, ha messo in grande spolvero bomber Massimo Coda che ha chiuso la stagione con il titolo di capocannoniere del torneo e conquistando anche il record di essere stato l'unico a riuscirci per due anni consecutivi (anche se con due maglie diverse). Accando a lui ha brillato l'intuizione di rilanciare Strefezza da esterno alto d'attacco (14 gol e 6 assist per lui) mentre a fare la differenza e a dettare i tempi in mezzo al campo ci ha pensato il centrocampista danese classe 1999 Morten Hjulmand, non a caso già uomo mercato. Accanto a loro certezze come Majer e capitan Lucioni a cui si è aggiunta spesso la freschezza del classe '98 Bjorkengren e del 2000 Helgason.

    GIOIE E DOLORI DA SERIE A - La Serie A, ormai, non è più una novità per una piazza come quella leccese. La prima promozione storica risale al 1984-85, era il Lecce del maestro Fascetti, ma fu un fuoco di paglia perché i giallorossi di Pasculli e Franco Causio non riuscirono a mantenere la categoria l'anno seguente. Andò meglio la seconda volta nel 1987-88 quando con Carletto Mazzone alla guida e l'attuale allenatore Marco Baroni a guidare la difesa, i salentini trovarono la promozione in Serie A e confermandosi poi nelle tre annate successive. Fu la consacrazione di un popolo che capì nel massimo campionato poteva recitare un ruolo da attore protagonista. La Serie A fu centrata fra salite e discese in B per altre 7 volte da allora e fino a oggi, ma nel mezzo la favola del Lecce ha regalato tante gioie ai propri tifosi e anche qualche dolore. Gioie come il 10° posto assoluto del 2004-05 con Vucinic, Bojinov, Pellé, Chevanton e Delio Rossi in panchina, ma anche la retrocessione diretta in Serie C per lo scandalo calcioscommesse e la responsabilità oggettiva sulla gara Lecce-Lazio.

    METODO CORVINO - Ci è voluto il capolavoro di Baroni, unico nella storia del club a centrare la promozione sia da giocatore che da allenatore, a ridare al popolo leccese l'entusiasmo dei giorni migliori (anche troppo dato quanto successo contro il Vicenza che ha rischiato di compromettere tutto). Al Via del Mare (un appello al presidente Sticchi Damiani: va ristrutturato e migliorato il prima possibile) ieri c'erano 27mila persone, le stesse che stanno invocando a gran voce la conferma immediata di Baroni per la prossima stagione in Serie A. L'allenatore aveva infatti firmato un contratto annuale rifiutando anche altre offerte pur di tornare in una città che sentiva sua. Ora dovrà essere Pantaleo Corvino, dirigente navigato e grandissimo scopritore di talenti a riproporre la magia fatta già più volte in passato. Blindare Baroni, confermare l'ossatura della squadra e inserire in rosa altri giovani talenti da far crescere e valorizzare. Se ci riuscisse, anche questa volta, la favola salentina potrebbe durare a lungo.

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