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Leao, il gol in A manca da 3 mesi: il Milan aspetta una svolta
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DIGIUNO - L'avvio di questa stagione era stato anche positivo, con tre gol e due assist nelle prime cinque giornate di Serie A (doppio assist contro il Torino, a segno contro Roma, Inter e Verona), macchiato solo dal grossolano errore con il tacco contro il Newcastle in Champions League, ma Leao si è fermato lì: quella rete contro l'Hellas il 23 novembre è stata l'ultima in Serie A, un digiuno lungo tre mesi che i tre assist messi a segno da quel giorno in poi (due contro la Lazio il 30 settembre, uno contro il Monza il 17 dicembre) e il gol in Champions contro il PSG non possono certo mitigare. Tre gol in campionato, come il difensore Tomori o le riserve Jovic e Okafor. Leao non è mai stato una macchina da gol, il suo ruolo in campo non prevede che lo sia stabilmente, e il suo rendimento è in linea con quanto fatto nelle precedenti stagioni in rossonero: solo nel 2019/20 aveva fatto peggio (1 gol in A tra agosto e dicembre), 4 gol tra campionato e competizioni europee li aveva messi a segno anche nel 2020/21 mentre era partito meglio nell'anno dello scudetto (5 gol tra A e Champions nel 2021/22) e la scorsa stagione (7 gol tra Serie A e Champions tra agosto e novembre 2022). Non ci si aspettano valanghe di gol, ma il Milan lecitamente spera in un apporto realizzativo più importante per potersi rilanciare.
LEADER, NON ONE MAN ARMY - La rete non è però l'unico problema, quello che sta mancando è un altro salto di qualità. Il Milan ha bisogno di trovare in Leao un leader affidabile e costante, una delle pressioni che il portoghese ha preso sulle sue spalle, meritandola con il valore tecnico messo in campo negli anni e accettata con la scelta di vestire la numero 10. Leader, non one man army. All'ex Lille non mancano alibi per spiegare le difficoltà di questo avvio di stagione. Sicuramente il mese di stop per infortunio muscolare, un problema che condiziona tutt'oggi il rendimento di un giocatore che fa dell'esplosività nello scatto una delle principali armi di forza: si è visto anche con Monza e Salernitana come giocate scontate senza fatica negli scorsi mesi oggi non riescano. Non aiutano neanche gli evidenti limiti tattici mostrati dal Milan di Stefano Pioli nell'ultimo periodo. Il binario Leao-Theo Hernandez era ritenuto il migliore della Serie A e tra i migliori d'Europa, oggi di quelle combinazioni non vi è più traccia, al netto dello slittamento del francese al centro della difesa nella situazione d'emergenza. Qualcosa si è perso e nei momenti di difficoltà durante le partite gli schemi tattici articolati spariscono, la palla va al portoghese isolato e la maggior parte delle volte raddoppiato o triplicato, nella speranza che un suo dribbling possa generare qualcosa di utile. Cose che il Leao di qualche mese fa sarebbe riuscito anche a fare non sempre ma in diverse occasioni, ma che il Leao svuotato e in condizione fisica non ottimale fatica a garantire. Il Milan ha bisogno di un leader e di ritrovare il miglior Leao, ma la necessità corre su un doppio binario e a sua volta il portoghese oggi ha bisogno di un altro apporto dalla squadra. Serve una scossa, a partire dal Sassuolo: l'ultima gara per chiudere il 2023 nel migliore dei modi e dare un segnale per ripartire con un altro passo nel nuovo anno.