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    Le mani di Marinakis sul Rio Ave, col consenso di Mendes

    Le mani di Marinakis sul Rio Ave, col consenso di Mendes

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Lo scorso 20 novembre è stata una data storica per il Rio Ave. I soci del club con sede a Vila do Conde, cittadina del Portogallo settentrionale che è anche tappa del Cammino di Santiago, si sono riuniti per deliberare il mutamento di forma societaria che viene fotografato da due acronimi: SDUQ e SAD. La prima sigla sta per Sociedade Desportiva Unipessoal por Quotas, formula che corrisponde alla società di calcio come associazione dei tifosi che democraticamente partecipano alla vita del loro club sportivo. La seconda sigla sta invece per Sociedade Anónima Desportiva e corrisponde a una particolare forma di società per azioni, specificamente tagliata dal diritto iberico (in Spagna l'acronimo è il medesimo e sta per Sociedad Anónima Deportiva) per le società dello sport professionistico Che poi significa il calcio e poco altro. La costituzione di una SAD significa che si ha un'apertura al capitale privato, e che da quel momento in poi la dimensione associativa del club viene confinata in una sorta di riserva indiana. Di fatto, le assemblee dei soci che votano per il passaggio da SDUQ a SAD votano per la loro perdita di sovranità.

    Il passaggio da SDUQ a SAD è una costante dei club del calcio professionistico spagnolo e portoghese degli anni più recenti. Gli effetti non sempre sono stati felici, soprattutto nel caso di società delle categorie inferiori che si sono trovate nelle mani di avventurieri spinti da interessi opachi. Ma al di là di queste considerazioni rimane il dato di fatto: arriva il momento in cui il modello di gestione associativa non regge più le sempre più esigenti sfide economico-finanziarie del calcio professionistico, dunque tocca aprire all'ingresso di capitali privati se non si vuole continuare a vivere di stenti e a rischiare la bancarotta. Esattamente questo è stato il passaggio affrontato dai soci del Rio Ave in occasione dell'assemblea del 20 novembre: hanno votato per spogliarsi della loro sovranità e consegnarsi all'ingresso dell'investitore privato. Lo hanno fatto anche perché pressati dal clima di emergenza del quale sono stati messi al corrente dai vertici della SDUQ, che hanno parlato di un ritardo di due mesi nel pagamento degli stipendi ai tesserati e della necessità assoluta di favorire l'ingresso del socio privato. Che ha un nome e un cognome: Evangelos Marinakis.

    Il Rio Ave e il rapporto con Jorge Mendes – Della passione di Marinakis per il Portogallo si è detto nei giorni scorsi. La scalata al Rio Ave sarebbe l'accelerazione decisiva per la realizzazione di un progetto di multiproprietà che associa già l'Olympiacos Pireo e il Nottingham Forest, ma trova nel Rio Ave un tassello decisivo per via delle favorevolissime condizioni offerte dal Portogallo in termini di immigrazione dei calciatori provenienti da paesi extra-Ue e di permissività verso le proprietà straniere. A tutto ciò va aggiunto che il Rio Ave non è un club qualsiasi. La società di Vila do Conde è stata negli anni recenti una delle più legate al super-agente Jorge Mendes, che da lì ha fatto transitare numerosi suoi calciatori e manovrato anche sui diritti economici e le formule di Third Party Ownership (TPO). Si è trattato di un rapporto che la dirigenze del Rio Ave, capitanata fino a pochi mesi fa dal presidente António Silva Campos, ha trovato fosse di mutua convenienza. Poi è successo che il presidente del Rio Ave non sentisse più conveniente la partnership con Mendes e da qui è giunta la rottura. E davvero, pensare a un Rio Ave .lontano dal boss di Gestifute è stato qualcosa di difficile da concepire. A ogni modo, durante il periodo in cui la società di Vila do Conde è stata in freddo con Mendes è giunta una retrocessione in Segunda, categoria dalla quale il club era assente dal lontano 2002-03. L'immediato ritorno in Primera non ha fermato il peggiorare della crisi econimico-finanziaria, alla quale si è aggiunto il blocco delle operazioni di calciomercato a causa dell'irregolare tesseramento dell'attaccante Fabrice Olinga, calciatore che ovunque vada si lascia dietro qualche strascico come ben sanno anche i tifosi della Sampdoria. La crisi sportiva e economico-finanziaria del club si associa ai problemi di Silva Campos, che dopo essere stato in carica dal 2008 ha annunciato, lo scorso maggio, la non ricandidatura a causa di problemi di salute. Tutto ciò ha aperto la strada a un ricambio che sa di piena restaurazione. Ma soprattutto spiana il cammino all'avvento di Marinakis.

    A Gestifute e famiglia – Da giugno il Rio Ave ha un nuovo presidente. Anzi, una nuova presidentessa. Si tratta della quarantaseienne Alexandrina Cruz, candidata unica alla carica. Il programma di Cruz è stato chiaro fin dall'inizio, basato come era essenzialmente su due obiettivi: varare la SAD per consentire l'ingresso di un socio privato forte, e ricostituire il legame fra Rio Ave e Jorge Mendes. Obiettivi realizzati entrambi. Soprattutto il secondo, che era anche il più facile da perseguire. Per capire come mai, basta guardare lo stato di famiglia della signora Cruz. Suo marito è Miguel Ribeiro, ex direttore generale del Rio Ave che dal 2019 è presidente della SAD del Famalicão. Che nel contesto del calcio portoghese è un club dalla storia alquanto particolare. È stato tirato su proprio da Mendes e dal magnate che lo ha acquisito nel 2018. Si tratta dell'israeliano Idan Ofer, socio forte dell'Atlético Madrid. Dunque il prossimo incontro tra Famalicão e Rio Ave sarà un derby in famiglia. Con la benedizione di Mendes e sotto gli occhi dei suoi grandi amiconi Ofer e Marinakis. La festa della multiproprietà calcistica, con tanti saluti alla trasparenza delle competizioni.

    @pippoevai
     

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