Getty Images
L'impero di Marinakis: dopo le voci sul Monza ora guarda al Portogallo
Magari sapremo più avanti. Rimane come un dato di fatto che Marinakis, armatore e imprenditore dei media in Grecia ma soprattutto presidente e proprietario dell'Olympiacos Pireo dal 1999, prosegua la campagna di espansione nel calcio europeo. Il calcio di casa sua non gli basta, ha cominciato a venirgli a noia dopo gli anni in cui il suo Olympiacos ha sbaragliato la concorrenza nazionale (lasciati per strada soltanto 3 degli ultimi 25 campionati) riuscendo anche a costruirsi un buon prestigio nel calcio europeo. Non sono mancati gli scandali, che in più di un'occasione hanno lambito il club del Pireo con ipotesi di match fixing sempre rientrate. L'ultima volta è stata nel 2020, in piena pandemia. In quei giorni veniva avanzata l'ipotesi della retrocessione. Ma anche in questo caso tutto quanto si è risolto in nulla, ciò che ha dato ulteriore alimento alle tesi di chi sostiene che l'Olympiacos e il suo presidente-proprietario siano intoccabili in Grecia. Dunque si può immaginare quale effetto abbiano fatto, da quelle parti, le dichiarazioni rese dalla società di Marinakis al termine della gara pareggiata (2-2) due settimane fa, in modo contestato, sul campo del Volos. Secondo il club del Pireo, la federcalcio ellenica sarebbe gestita “secondo standard mafiosi” e con l'unico obiettivo di “sterminare” l'Olympiacos. Parole che oltre a essere forti risultano stridenti, se si pensa che nella sua lunga carriera dal dirigente sportivo Marinakis è stato due volte vicepresidente della stessa federazione e altrettante volte presidente della lega ellenica.
Guardare altrove – La verità è che, a partire da un certo momento, la Grecia e il suo calcio gli sono venuti a noia. Marinakis aveva altri orizzonti e il capitale di relazioni costruite nell'ascesa al rango di uomo più potente del calcio greco gli è tornato utile quando si è trattato di guardare fuori dai confini nazionali. Quel capitale di relazioni comprende dirigenti del massimo livello del calcio internazionale come Gianni Infantino, presidente della Fifa che ai tempi in cui era segretario generale dell'Uefa lasciò molto a desiderare nel trattamento dello scandalo di presunto match fixing che coinvolse l'Olympiacos; e c'è da aggiungere che il successore di Infantino nel ruolo di segretario generale dell'Uefa è Theodor Theodoridis, uomo molto vicino a Marinakis. Va da sé che una parte strategica del capitale di relazioni internazionali è quella che riguarda le proprietà e le dirigenze dei massimi club europei. Compreso Adriano Galliani, che avrebbe dovuto avere un ruolo cruciale nel passaggio di proprietà del Monza. Ma la parte più importante del patrimonio di conoscenze riguarda gli agenti oligopolisti. Che sono, o sono stati, tutti quanti grandi amici di Marinakis, a sua volta ben lieto di accogliere in squadra i loro calciatori. Le cronache raccontano di un rapporto speciale con Mino Raiola, che all'Olympiacos ha piazzato calciatori di ogni rango. Ma sarebbe davvero complicato fare una graduatoria per stabilire quale agente abbia “il rapporto speciale fra i rapporti speciali” con Marinakis. Da Zahavi a Barnett, da Ramadani a Mendes, tutti quanti hanno trovato nel magnate ellenico un soggetto con cui realizzare ottimi affari. Va aggiunto che in un tempo più recente proprio Mendes è stato un referente molto importante. Il super-agente portoghese è stato molto presente quando Marinakis ha deciso di imprimere una svolta internazionale alla propria traiettoria calcistica: ossia, quando nel 2017 ha acquisito il Nottingham Forest, che in quel momento militava in Premiership. Marinakis si aspettava da Mendes che facesse quanto fatto col Wolverhampton, acquisito in Premiership da una proprietà cinese alleata del super-agente portoghese e presto approdato in Premier grazie a una massiccia iniezione di calciatori targati Gestifute. Ma nel caso del Nottingham Forest il rapporto non funziona allo stesso modo. La squadra di Marinakis viene affidata a un allenatore di stretta osservanza mendesiana, lo spagnolo Aitor Karanka. Che però costruisce un pessimo rapporto con Iannis Vrentzos, il braccio destro di Marinakis, e dopo circa un anno sulla panchina del Forest decide di presentare le dimissioni. A causa di questo passaggio il rapporto con Mendes subisce una battuta d'arresto. Ma quando finalmente, e in ritardo sulla tabella di marcia, il Nottingham Forest torna in Premier (2022) il rapporto si rinsalda.
La svolta portoghese dell'Olimpiacos – Invero, a rinsaldarsi è soprattutto il rapporto fra Marinakis e il calcio portoghese. In questo senso il riavvicinamento a Jorge Mendes è il passo principale ma non l'unico. Infatti c'è anche un passaggio di “portoghesizzazione” dell'Olympiacos. Avviene dopo il contestato pareggio sul campo del Volos, allorché la società biancorossa decide di esonerare il tecnico spagnolo Diego Martinez. Al suo posto viene chiamato il portoghese Carlos Carvalhal, che vanta un discreto curriculum internazionale. Carvalhal è stato un allenatore in orbita di Doyen Sports Investments, fino a che il fondo d'investimento con sede a Malta non ha deciso di sparire (almeno ufficialmente) dal mondo del calcio. A ogni modo, Carvalhal ha sempre intrattenuto un buon rapporto con Mendes. E lo stesso si può dire di un altro soggetto giunto dal Portogallo assieme a Carvalhal: Pedro Alves, cui è stato affidato il ruolo di direttore sportivo. Alves si è formato come responsabile dello scouting nei ranghi dello Sporting Braga, il club portoghese di più rigida osservanza mendesiana. Negli anni più recenti è stato responsabile dell'area tecnica dell'Estoril Praia, club che negli anni è passato da un fondo Usa all'altro. Il reclutamento dei due portoghesi è un segno della direzione che le strategie di Marinakis stanno prendendo. Ma ancor più forte è un altro passaggio che arriva dal Portogallo: l'acquisizione del Rio Ave. Ne parleremo domani.
@pippoevai