Le accuse a Rui Pinto, il misterioso ruolo di Doyen: Football Leaks, giornata di fuoco in trbunale
Oltre a negare ai reporter la possibilità di fotografarlo, Rui Pinto si è avvalso ieri della facoltà di non rispondere. Ciò che oggi viene commentato maliziosamente da alcune testate portoghesi, pronte a far notare il fatto che il creatore di Football Leaks si sia detto pronto a collaborare con le magistrature di altri paesi europei ma rifiuti di farlo con quella del suo paese. Queste testate dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che la magistratura portoghese abbia inflitto a Rui Pinto un esagerato periodo di carcere preventivo. Non esattamente un atteggiamento di collaborazione nei confronti del whistleblower del calcio globale. Chi invece ha parlato, eccome, è stato Aníbal Pinto. Che nella vicenda è entrato da avvocato e si è ritrovato indagato e quasi imputato con l'accusa di avere collaborato a un tentativo di estorsione. Una situazione che sul piano penale è francamente borderline e lascia alquanto perplessi. A margine del passaggio in aula l'avvocato Aníbal Pinto ha rilasciato dichiarazioni furenti ai cronisti. L'esito della sua vicenda giudiziaria sarà significativo non meno che quello riservato a Rui Pinto.
Sullo sfondo della giornata in aula è rimasta la figura di Doyen Sports Investments, il fondo d'investimento con sede a Malta specializzato in TPO/TPI, capitanato dal portoghese Nelio Lucas Freire. In termini ufficiali non se ne trova più traccia, ma intanto Doyen non desiste dal promuovere l'azione penale contro Rui Pinto. Francisco Teixeira da Mota, uno degli avvocati che gratuitamente difendono il whistleblower, ha ironizzato sul fatto che in quell'aula Nelio Lucas sia stato trattato come un'autorità intanto che in Spagna si ritrova accusato di evasione fiscale. A questi argomenti ha provato a controbattere Sofia Ribeiro Branco, avvocatessa del potente studio legale Vieira de Almeida nonché patrocinante di Doyen. Secondo il suo giudizio, bisognerebbe smettere di paragonare Rui Pinto a Julian Assange o a Edward Snowden, poiché il creatore di Football Leaks non sarebbe un whistleblower bensì un hacker. Rispetto a ciò, sarà il processo a mettere un punto. Sperando che si tratti di un processo equo, per quanto fin qui ne manchino totalmente le premesse. Se poi l'avvocatessa Ribeiro Branco volesse fare la grazia di dirci con chi si rapporti oggi, in quanto patrocinante di una società sparita dalla circolazione, ciò sarebbe un ulteriore contributi alla verità.
@pippoevai