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    Lazo: l'attesa di Biglia

    Lazo: l'attesa di Biglia

    • M. A.

    Per godersi Roma, Lucas Biglia dovrà aspettare ancora un bel po’. Qualcosa ha spiato dal finestrino, passando per Ponte Milvio o verso Villa San Sebastiano, ma poca roba: il meglio deve ancora venire, Olimpico compreso. Prima, ci sono Formello e le montagne. Toccata e fuga, quella dell’argentino: arrivato ieri sera, notte in hotel, tre ore scarse di visite mediche alla Paideia, primo pomeriggio a Villa San Sebastiano, poi di nuovo all’aeroporto, per tornare in Belgio per l’ultima volta da giocatore dell’Anderlecht.

    Embargo 
    Già, perché di fatto Biglia ancora non si può considerare ufficialmente della Lazio - come specifica la Gazzetta Sportiva sulle pagine romane -: nell’incontro con Lotito e Tare lui ha firmato il suo contratto. Mancano solo gli autografi delll’Anderlecht per l’annuncio. Nell’attesa, nessuna dichiarazione alla radio del club, nessuna foto ufficiale pubblicata con la maglia addosso e neppure sopra la cyclette con gli elettrodi sul petto durante le visite. Foto che erano state scattate, ma che non sono state rese pubbliche. Solo questione di ore, sia chiaro: Biglia tornerà in Italia lunedì o, al più tardi martedì, stavolta per restarci.

    Convivenza 

    Poi la palla passerà a Petkovic, che in mezzo ai monti proverà a capire cosa farsene di due giocatori apparentemente molto simili: Lucas Biglia e Cristian Ledesma, due playmaker, due palleggiatori, una novità che stuzzica Petko e che sicuramente lo farà riflettere parecchio. Se davvero Petkovic iniziasse sin dal ritiro a smussare la difesa della Lazio portandola a tre, Biglia e Ledesma sarebbero i due centrali di un centrocampo con due nati terzini (Konko e Lulic) ai lati e due giocatori davanti (Candreva e Hernanes, o Felipe Anderson se il Profeta dovesse partire) alle spalle di Klose: assetto, questo, che garantirebbe copertura e densità a centrocampo.

    Alternativa 

    Se invece la nuova stagione della Lazio iniziasse com’è finita quella vecchia, ovvero con la difesa a quattro, Biglia e Ledesma farebbero reparto da soli. Opzione, questa, più affascinante ma più rischiosa, che richiederebbe un grande sforzo ai tre trequartisti, visto che nessuno dei due in mezzo ha caratteristiche di rottura. Petkovic ha ancora tempo per pensarci: lo stesso tempo che hanno Biglia e Ledesma per dimostrare di essere due titolari, e non uno il sostituto dell’altro


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