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    Laziomania: Wallace come Paolo Negro, la maledizione continua

    Laziomania: Wallace come Paolo Negro, la maledizione continua

    • Luca Capriotti
    Dentro al tunnel degli orrori. Nessuno lo inseguiva, poteva fare qualsiasi cosa. Invece ha creato qualcosa di orrendo, nel derby più importante, contro la Roma, dopo una partita perfetta, preparata con cura. Una specie di abisso personale, quello in cui precipita Wallace al minuto 64. Un tocco, un altro, Strootman si avvicina. Un abisso collettivo, una specie di elastico sfatto, un doppio passo smorto, un abisso collettivo, quello in cui getta tutti i tifosi della Lazio quando si accorgono che il derby sta calando il sipario come una mannaia. 

    Il gol di Nainggolan non è che la terribile conferma di una brutta notizia. La parabola di Strootman, il suo recupero, il suo calvario, forse meritava anche un suggello al derby: un suggello, non un regalo, altro che leggerezza, sua pesantezza suprema. Una partita macchiata in maniera indelebile, quella di Wallace: dopo una prestazione dominante, quasi perfetta sul capocannoniere della Serie A, Edin Dzeko, conclusa in burla, in quella che diventerà una narrazione epico-giocosa dei tifosi della Roma. Era già successo, come se fosse una specie di maledizione, come se quel tocco nefasto di Paolo Negro, tanti derby fa, sul rinvio disperato di Nesta, come se quell'autogol avesse innestato una serie di sfortunati eventi che si snodano nei vari derby, uno dopo l'altro, con eroi per una notte, da Simplicio, Baptista, Cassetti, figure oscure a Roma, se non per quella partita, se non nei peggiori sogni dei tifosi della Lazio. 

    Non è il caso di Strootman, non è un eroe per una notte (giocatore di spessore, uomo di carattere), ma la continuità della tradizione negativa nei derby si innesta su un filone florido in casa Lazio, una specie di museo degli orrori, quello che vede una Lazio che imposta magari una partita equilibrata, a tratti forse anche migliore della Roma (anche se troppo a salve, troppo inconcludente) fino a cadere nel triangolo di Paolo Negro, fatto di errore (ma fu vero errore, quello di Negro? Questo di certo, questa è una macchia rovinosa). Il seguito è facile da immaginare: mura infarcite di goliardia, con un solo nome. Ai tempi Negro, ora Wallace. Il povero Negro, dicono, aveva perfino difficoltà ad uscire di casa, di Wallace, da eroe rivalutato, già si mormora che abbia tradito, che vada ceduto subito. Il rigore sbagliato da Floccari gli è costato la Lazio, come se fosse una specie di terribile infamia, incancellabile. Una sola giocata tremenda può decidere una partita, ma una carriera? Forse no, si spera di no, potrebbe anche capitare.  Nessuno lo inseguiva, poteva fare qualsiasi cosa, Wallace, ed è caduto nel triangolo di Paolo Negro, una specie di abisso personale, e collettivo, con tutta la gravità ed il peso di un derby perso, a Roma. 

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