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    Laziomania: vittoria alla Immobile, ma quante volte pensi a Castellanos?

    Laziomania: vittoria alla Immobile, ma quante volte pensi a Castellanos?

    • Luca Capriotti
    Forse la Lazio fa semplicemente quello che ci aspettavamo: la reazione attesa. I problemi ci sono ancora: una manovra non al top per velocità, reattività, capacità di creare palle gol e pericoli. Mancano i dribbling, Felipe Anderson inventa ma regala pure ettolitri di liquido ectoplasmatico in giro per il campo, Zaccagni segna dopo una partita passata a prenderle di santa ragione. La Lazio si risveglia un po’ di soprassalto, nel secondo tempo, e la chiude con un uno due micidiale. Segna a stento Vecino, replica Zaccagni sprigionando qualità. E il Toro ruvidamente se ne torna a casa, pur avendo fatto una partita dignitosamente operaia, con tocchi di macelleria permessi dal valente Fabbri, che pure un rigoretto aveva deciso, munifico, di mettere sul piatto di una gara diretta non all’inglese, ma alla cieca. Ok, tutto vero, tutto giusto, ma seguendo un trend di TikTok (con questa domanda fatta a bruciapelo, però sull’Impero Romano), mi viene da chiedermi e da chiedervi in queste ore, in questi giorni: quante volte avete pensato al Taty Castellanos?

    URLANDO TATY - Castellanos, il nome che il rombante Lotito furioso avrebbe urlato negli spogliatoi a Sarri, tipo ad evocarlo come un Pokemon salvavita. Castellanos, poco impiegato, dal minutaggio micro, mentre Immobile fatica, fatica, fatica a trovare non solo gol, assist, prestazioni, controlli palla, ma anche banalmente il suo posto nel mondo, un senso a tutto quello che succede in 90’. Castellanos, dai tatuaggi arditi, le sopracciglia taglienti, e la faccia tosta delle bodegas di Mendoza, dove è nato. Quante volte ci avete pensato? Quante volte avete detto: dovrebbe giocare al posto di questa specie di Immobile? Quante volte avete rinnegato? La Lazio vince alla Immobile: contro il Toro è tutta la gara un inno all’impegno, al lavoro, allo scatto in più, anche se sembra inutile, e si arriva dopo, e tutto sembra una ripetizioni di gesti inutili. Il primo tempo della Lazio: una sequela di gesti oscuri, guidati dal più ombroso di tutti, Ciro Immobile. Il simbolo di una Lazio che non va. Eppure, corsa, ancora corsa, fatica, sudore, scatto in più, sempre. Immobile guida la Lazio alla sua già ennesima reazione stagionale. L’ennesimo tentativo, dopo Napoli, di invertire la tendenza. Immobile, e la luce di Luis Alberto. Ma quante volte avete pensato al Taty?

    LUIS ALBERTO CONTRO IL FANTA - Quando vedrete su ben note app di Fanta che Luis è andato male, non ci credete. Si tratta di un abbaglio: Luis ha telecomandato la Lazio dai suoi piedi, dai suoi strappi nervosi, dalle sue lunghe chiacchierate con Fabbri mentre ci menavano. Fa quello che deve fare un leader tecnico: tecnicamente ci prova, innesca, tenta. E poi soprattutto incita, sprona, corre, leva un pallone a Zapata in profondo ripiegamento difensivo, esultando come un matto dopo averlo fatto. Luis Alberto può essere indiscutibile lato tecnico, ma il suo apporto lato caratteriale, di forza mentale, di professionalità dopo le solite sbavature estive sul campo è encomiabile in un momento come questo.

    I NUOVI - Quante volte avete pensato al Taty? Quante volte avete pensato che, presi prima, questi acquisti avrebbero potuto partire subito in formazione, giocarsela meglio, evitarci magari quelle due brutte sconfitte iniziali? Isaksen ritorna sui binari dopo un po’ di minutaggio opaco, Castellanos fa il Castellanos: è energico, elettrico, reattivo, nervosamente potente. Rovescia quasi in porta tutta la frustrazione di un minutaggio scarso, con Sarri che addirittura se lo abbraccia. La Lazio ha bisogno dei suoi nuovi acquisti, non può esserci sempre un toccaccio di Vecino a cavarla dal buco. Serve Isaksen, Kamada, Guendouzi, Castellanos, ma soprattutto serve questo elegantissimo Rovella, di corsa e fioretto, veramente una bella prestazione. Serve la reazione. Non dovremmo chiederci: quante volte pensi al Taty Castellanos? Dovremmo gridarlo noi, non Lotito, questo nome allo stadio. Questo, e Immobile, e tutti gli altri: la stagione è lunga, le partite molte, e la reazione ora va supportata. Senza pensare troppo ad Immobile, ma solo facendo come Immobile.

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