Laziomania: Vitesse, la partita dei Primavera (e contava come un sogno)
Luca Capriotti
La notte dell'esordio, la notte dei Primavera. Quella contro il Vitesse è una specie di serata amarcord per chi ha seguito, negli anni, il settore giovanile Lazio. Al minuto numero 3 Alessandro Murgia alza la testa e prova a lanciare sul movimento, studiato a memoria, di Simone Palombi. Il lancio del classe '96 finisce nel vuoto, ma la sensazione di deja-vù rimane. Erano altri campi, erano altri tempi (eravamo più giovani pure?): e se la partita contro il Vitesse non contava nulla, se non per i tifosi olandesi, impegnati in un complicato remake de "La Dolce Vita" dal sapore vago di birra, per qualcuno rimarrà una specie di pietra miliare, un momento a cui guardare con occhio di dolcezza. L'esordio assoluto del Primavera Alessio Miceli, entrato all'85', con gli applausi del pubblico presente (pochissimo presente, come sottolinea Milinkovic dalla tribuna, diciamo che anche le partite che non contano niente per i tifosi forse dovrebbero contare qualcosa, quindi onore ai pochi presenti) è uno di quelli per cui vale la pena raccontare calcio. Una famiglia perbene che lo segue da sempre, 10 anni di Lazio, casa ubicata in zona diametralmente opposto rispetto al centro sportivo di Formello, ma in realtà ben lontana da qualsiasi campo del settore giovanile Lazio. Il gol che salva allo scadere è solo la punta dell'iceberg per questi ragazzi: Palombi che studia latino in pullman, mentre la Primavera va in trasferta, il papà di Murgia che osserva le geometrie del figlio, attento, con il fedele cagnolino sempre in braccio, il papà e la mamma di Guerrieri in Calabria, tutta l'Italia on the road, seduti su un balcone, ed il figlio che para un rigore, forse è questo il senso. Famiglie che seguono come una stella cometa una specie di sogno, questi benedetti figli, che tutto può distruggere, ma un solo attimo può consacrare. Nel tunnel dell'Olimpico a Murgia, prima di andare via, hanno chiesto del gol in Supercoppa, che ha regalato il trofeo alla Lazio. Ma più di quel gol, ci è venuto in mente la testa che si alza al minuto numero 3, e cerca, e già sa che c'è Palombi, e Simone che scatta, automatismi di anni insieme, a sognare insieme. Forse la partita contro il Vitesse per il resto del mondo non contava nulla. Per qualcuno è solo l'inizio di un sogno, con la speranza che vada oltre la notte.