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    Laziomania: vince la serietà, occhio a Sarri contro Tare

    Laziomania: vince la serietà, occhio a Sarri contro Tare

    • Luca Capriotti
    Una vittoria seria. Fatta da gente seria, con serietà. La Lazio va al Mapei contro il Sassuolo senza ripetere sfarzi effimeri messi in campo contro l’Empoli, e ha dato meno l’impressione di controllare la partita nel primo tempo. La squadra di Sarri però ha giocato tutti e 90 i minuti e più con grande serietà. E quando la Lazio non fa la stupida, vince. 

    COEFFICIENTE ALTO E IL POST IMMOBILE - Il coefficiente di difficoltà era alto. Altissimo quando Immobile ha sentito un dolore e si è fermato. Sarri in conferenza lo ha detto: al 100% Immobile la Lazio non ce l’ha mai avuto. E questo apre un grosso capitolo: arriverà il momento, non è questo ma arriverà, che non si dovrà più ragionare di vice Immobile, ma di post-Immobile. Un’era che forse nessuno di noi ora vuole immaginare, ma siccome osservo, in questa stagione – che pure per il nostro è buona/ottima – Ciro si è dovuto un po’ gestire. Vuoi che il vice-Immobile doveva essere, in piani forse avventati, addirittura Cancellieri, che il campo lo vede solo a partita sfiorita, vuoi perché le partite sono state tante, e una dopo l’altra, il bomber biancoceleste ha dovuto fare i conti con doloretti, gestione, attenzione. E questo significa, in una partita decisiva, giocare con Felipe Anderson al centro dell’attacco. Che per me ok, ti dà e ti toglie, ma non è questo il punto: il punto, dobbiamo dircelo, è che paga il semplice fatto banale di non essere un attaccante. Un buon attaccante è meglio di un Felipe Anderson attaccante, che pure fa bene? Certamente. Il post Immobile non è ancora arrivato, ma forse ragionarci senza mettere toppe ma con serietà è un primo passo importante. 

    TARE - SARRI - Simpaticamente, il nostro ds ha voluto sottolineare come, al netto di un mercato buono ma comunque mezzo monco (due grosse lacune, ce lo siamo detti), la Lazio è da Champions, mentre il suo allenatore sottolinea, correttamente, che l’unica Champions l’abbiamo raggiunta nella celebratissima a mezzo stampa era Inzaghi quando quasi vincevamo lo Scudetto. Per il resto, questo quinto posto è stato la norma, non un fallimento. Sarri dice questo per due motivi: chiaramente sta pensando al suo futuro qui a Roma, e non vuole che a determinarlo sia un carico di improvvisa fiducia del ds Tare. Strano poi, questo carico di hype di solito il nostro direttore lo riserva a punte nuovi Cavani o a terzini spagnoli fumosi, ma stavolta ha voluto caricare i suoi, proprio nel momento in cui, dalla società, ci si aspetterebbe un movimento, una mossa, un qualcosa che non sia questa tecnica piuttosto vecchiotta di fingersi morto. 

    LA RISPOSTA DI LOTITO - Dice Sarri che sul mercato ognuno ha la sua opinione, poi arriva Lotito e taglia la testa al toro. Ecco, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il pres di questa sessione di mercato. Investe, vuole provarci, vuole mettere giù un colpo per sostenere ancora Sarri, o ritiene che, in questo momento, il rischio di sbagliare, o non azzeccare, è troppo alto. Il tema è interessante: quanto bisogna aspettarsi ora, e quanto è giusto che la società intervenga? Bonazzoli è un colpo che ci serve? Per me sì, e mi sembra anche un ragazzo ok, che ci farebbe bene. Solo che ogni tassello, ogni mossa non può essere improvvisata: il rischio di altri grossi carichi sul groppone esiste, specialmente a gennaio. Di questo purtroppo dobbiamo tenerne conto.

    E ORA - La serietà con cui la Lazio si impone a Sassuolo ci deve far riflettere: dai momenti storti si esce con la testa a posto, le idee, e un po’ di serio focus su quello che si fa. Non solo, si esce insieme: a questo riguardo mi sento di dire, per l’ennesima volta, che lo spagnolo Luis Alberto non sarà mai un problema su un campo di calcio, se gioca a pallone come sa. Mai, perché quei piedi, quelle idee, quella visione escatologica su dove finirà l’azione non potranno mai essere sostituiti da muscoli o corsa. Si chiama talento, e lui lo ha, altri no. Si può decidere di cederlo, di cederli tutti, ma bisogna dirci chiaramente che si tratta di un carico di tecnica pura che lui ha, e gli altri no. Senza rancore per gli altri, ma quando sta così, si capisce meglio cosa significa il calcio.

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