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    Laziomania: una Lazio di figli di, ma a Napoli Luis Alberto si è preso tutto

    Laziomania: una Lazio di figli di, ma a Napoli Luis Alberto si è preso tutto

    • Luca Capriotti
    Lo avete pensato tutti e tutte, siamo tra laziali lo so. Lo avete pensato tutti che, dopo 2 gol annullati e un secondo tempo sontuoso, in controllo, dominante, la Lazio alla fine si sarebbe fatta pareggiare dal Napoli campione d’Italia. La Lazio peggior nemica di se stessa, si diceva. E invece ecco una Lazio di figli di. Per la seconda di fila Sarri sbanca il Maradona, si passa dal tirone di Vecino al tacco di Luis Alberto, ma lo so che lo avete pensato tutti: è tutto talmente bello, ci hanno annullato talmente tanti gol, che sicuramente ci sarà una fregatura finale. La Lazio ci ha abituato a questo. Perfino, arrivo a dire, questo gruppo di Immobile e compagnia ci ha abituato a questo. Maurizio Sarri ci sta togliendo questa abitudine, questa è una Lazio feroce, è una Lazio di figli di.

    TUTTO MOLTO LAZIALE TUTTO LUIS ALBERTO - Tutto molto laziale: vincere a Napoli, contro i campioni d’Italia imbattuti, dopo aver perso due gare sulla carta incredibilmente più facili. Il calcio non si fa con le figurine o i calendari: lo fanno gli uomini. Per questo, nel primo tempo il Napoli in fiducia schiaccia la Lazio troppo bassa, che si difende con buon ordine, ma senza particolare pressione alta. Alla prima, Luis Alberto segna di tacco dopo una bellissima azione di Felipe Anderson. Una parola per uno: Luis Alberto si sta caricando la Lazio sulle spalle, si è preso tutto. L’eredità di Milinkovic Savic poteva essere solo sulle spalle dell’ultimo 10 su questo terra, lo spagnoletto pazzo, scriteriato, che litiga con tutti, che ogni volta fa penare, impazzire, discutere. Non c’è estate senza un suo colpo di testa, non c’è un post social da giocatore livellato, normale, normalizzato. In lui tutto è estro, dimensione onirica, follia ma di quelle antiche, rispettate e temute. Luis Alberto è folle perché va in contatto diretto con gli dei, del calcio. E quando spacca questa dimensione, tira fuori delle assurdità, dei nonsense, come un colpo di tacco-gol nello stadio del giocatore più forte di sempre. Questo è Luis Alberto: uno stargate di folle talento, crocevia di intensità visionarie. Il momento in cui, con la coda dell’occhio della mente e basta, fa passare il pallone per Kamada è un flash da un altro mondo, da un altro universo, una supernova di genialità. Kamada conferma quello che dicevamo: non è al meglio, ma segnerà tanti gol. Prendetelo al Fanta, sciocchi!

    FELIPE MATURO - Su Felipe, lo sapete. Mi fa impazzire, ha iniziato malissimo il campionato, ma il no-look con cui serve Luis Alberto è metà gol almeno, e in generale si sacrifica, corre, si spende. In generale, stiamo parlando di uno che ha tutto per far sbroccare, ma dal suo ritorno ha trovato continuità, maturità, spalle larghe. Inzaghi lo ha esaltato, Sarri lo ha fatto maturare. Ed è diventato un uomo, sotto i nostri occhi, solo che lo vediamo troppo per accorgersene, come capita spesso con i figli piccoli che ci crescono davanti. 

    GLI INGRESSI - L’avevamo detto: la rosa della Lazio nel numero e nella qualità è cresciuta tanto. Altro che mercato da 6, come qualcuno che di calcio capisce pochino ha scritto. Questo è da 8, e a Napoli lo dimostra. Non facciamo entrare delle sottospecie di giocatori, ma Guendouzi che spacca la partita. Con l’ascia. Entra a testa alta, copre, si inserisce. Manda in gol prima Zaccagni (annullato giustamente), poi segna lui stesso. Potete annullarci 60 gol in fuorigioco, dire che se Rui Patricio non guarda non è fallo o fare check sul rigore sacrosanto per il Bologna e dirvi tra voi NONO NON LO TOCCA, ma non potete fare nulla contro il calcio, il pallone. Il pallone non si sporca: il tiro di Mateo è una meraviglia, ed è solo questione di tempo prima di vederlo esultare ancora. E difficilmente, questo tizio entrerà dalla panchina. Questo è uno che se la giocherà ogni volta per il campo, per giocare, è un animale da battaglia. Ha spaccato il secondo tempo con l’ascia, e ha irrobustito e spaventato il Napoli in quello che avrebbe dovuto essere il massimo sforzo degli uomini di Garcia. 

    IL SECONDO TEMPO DELLA LAZIO - Nel secondo tempo, ma in generale dal gol probabilmente, la Lazio ha tirato fuori una gagliarda inclinazione, muri, ordine, pressing puntuale, forza. Gestione del campo, della concentrazione, dello spazio e dei tempi, il segreto della Lazio dello scorso anno condensato in un match dall’altissimo tasso di difficoltà. Ora dovrà confermarlo nelle prossime, ma questo è il tema su cui dovrà battere Sarri, le linee-guida, c’è tutto in Napoli-Lazio. I giocatori hanno tirato fuori lo spartito giusto: disciplina, capacità di sofferenza, ma anche folate fresche e potenti, controllo del possesso palla e precisione. A guardare le statistiche, sembra quasi che il Napoli abbia dominato. Nel secondo tempo invece la Lazio non ha solo meritato la vittoria, ma poteva uscire dal Maradona tanto a poco. Lasciate perdere quei giornalisti faziosi mai usciti dal perimetro del Golfo: la vittoria biancoceleste non è solo legittimata, ma sta pure stretta. Sarri se la può coccolare, questa sua creatura: Padre tempo gli darà ragione. Lo avete pensato tutte e tutti che avrebbero pareggiato, ma no, non ce lo saremmo meritato, non se lo sarebbe meritato questa Lazio in battaglia, questa Lazio in crescita, questa Lazio nel cuore piena e nei piedi pazza, come Luis Alberto. Una Lazio di figli di, quella che sogniamo.

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