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Laziomania: un anno di Coppa Italia
Un anno fa era tutto diverso. I tifosi, della Lazio e della Roma, non stavano nella pelle. Paure, convinzioni andate a farsi friggere, dalle 11 di mattina già nei pressi dello stadio perché con gli amici la tensione si scarica meglio. Poi la partita e la vittoria della Lazio, la più bella vittoria di tutte quante: non era un derby, era il derby, non era un trofeo, era il trofeo e lo hanno vinto i biancocelesti. Ad un anno di distanza sui social network si festeggia, sulle radio si ricordano i momenti più emozionanti e quelli più difficili e tutto torna alla luce dopo una stagione fatto di ombre.
Quelle luci dei riflettori non dovevano essere però quelle sotto le quali la società si mostrava bella. Quella luce doveva essere il punto di partenza, invece per Lotito e per Tare è stato un punto di arrivo perché ci si è accoccolati troppo sul trofeo vinto, cosa da tifosi non da dirigenti, per giunta non tifosi.
In un anno stato delucidato un patrimonio importante di felicità e goduria sempre per lo stesso motivo: l’atteggiamento di chi non sa chiedere scusa, di chi non sa accettare le critiche e riconoscere i propri errori, dei poco umili e degli infallibili. Così ad un anno dalla vittoria per eccellenza la distanza sembra essersi decuplicata…
Quindi ricordi fantastici da una parte, che però si scontrano con la realtà e l’attualità, è dunque necessario che alcuni - i tifosi - continuino a goderne, mentre dall’altra - la società - si scrolli da dosso questa conquista, seppur importante, ed inizi a fare quello che dovrebbe fare per definirsi seria e con la voglia di fare il salto di qualità.
Non serviva un anno per capirlo ma, forse è meglio ricordarlo a qualcuno visto che i presupposti per la prossima stagione non sono dei migliori.
Un anno fa la gloria eterna, ma solo per i tifosi.