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Laziomania: totalmente Sarri
FASE DIFENSIVA - Non ha mai avuto senso parlare dei limiti dei singoli, esposti a critiche sempre e comunque, sempre sotto la lente d'ingrandimento. Lo sapete cosa penso: c'era bisogno di un difensore, ma non ha senso parlare ora. Ora ha senso metterci ad osservare l'intera fase difensiva accurata, attenta, fisica, muscolare. La difesa, a partire da Immobile - sì, ho detto Immobile - si muove compatta, forte, decisa, con muscoli e qualità di impostazione. Sarri si prende un rischio, i suoi vanno ad impostare quasi sulla linea di porta, accettano il pressing folle di Italiano (per inciso, la perdita di Vlahovic è stata colossale, ma questo allenatore è bravo davvero), lo trasformano in un'arma con lanci improvvisi. La Lazio vince perché non sbaglia niente, mentre la Fiorentina sbaglia (Nastasic per qualche minuto è sembrato il miglior Wallace eh). Ma la Lazio vince anche perché, in una gara a ritmi altissimi, riesce ad alzarli ancora, e ancora, e ancora.
FASE OFFENSIVA - Dopo 10 minuti di buona Fiorentina i ragazzi di Sarri alzano decisamente il baricentro, la corsa, il ritmo, vanno forti, fortissimi. Dimostrano quello che dice Sarri nel postpartita: questa è una squadra che, se può allenarsi con il suo allenatore, poi si diverte. Ho questo frame in testa: all'88' Immobile e i suoi compagni di attacco ancora pressavano a duemila Terracciano, come se non avessero corso, segnato, orchestrato, pressato per tutta la partita. Questo è Sarri: non fermarsi mai, giocare sempre, pressare sempre, non lasciare quartiere, scampo, metri agli avversari. Questo è maledettamente divertente, è una caccia.
INTER O FIORENTINA - Ho detto che, contro la Fiorentina, ho visto la migliore Lazio. Anche contro l'Inter i biancocelesti hanno ottenuto una vittoria importante, ma è stata una vittoria Inzaghiana, fatta di attese, contropiedi fulminanti, velocità. Questa è più una vittoria alla Sarri, anche se poi questo paragone nel tempo sta sbiadendo e perdendo di senso, perché questa squadra si sta sempre più convertendo a questo nuovo credo, e lo fa con zelo, abnegazione. Ci crede, e la fede smuove le montagne.
I BIG - E a guidare la torma dei Sarri Boys ci sono i big. Salgono in cattedra tutti e 3: Immobile aveva promesso fedeltà al nuovo corso, ed è sempre il primo che corre, che va, che si immola, che segna con furbizia e astuzia e forza. Luis Alberto nel primo tempo si è preso la scena: trova lo spazio dietro Torreira, lo umilia e alla fine lo innervosisce tanto da farlo cacciare, giganteggia, guida transizioni offensive dirette verso la porta a tutta birra, trova corridoi e spazi dove francamente nessuno poteva sapere. Milinkovic Savic, che dire: il migliore di sempre. Concreto, potente, presente in tutte le azioni, nei tocchi più che nei gol sta diventando decisivo, nella costruzione, non ne sbaglia una, è sempre al centro di triangoli e idee e visioni. Questo è un giocatore che in un mondo normale vale 150 milioni, è unico e pazzesco, ma in un mondo di Lazio non ha un cartellino ma un peso sempre più importante nel cuore e nella testa dei laziali. Il Sergente è nostro, e vederlo così è godimento puro. Ma è anche la giornata dei Felipe Anderson - sfortunato - dei Zaccagni - sempre più letale -, dei Patric e dei Luiz Felipe. Se gira tutta la squadra, girano anche i singoli, le prestazioni vengono impreziosite. Il difensore centrale e la riserva di Immobile serviranno sempre, ma giocando così per qualche ora lo dimentichiamo. E non serve a questo il calcio, a portarci in un altro luogo, in un altro spazio, in quello che sta creando per noi Maurizio Sarri?