Laziomania: stanno davvero fermando scientificamente la squadra di Inzaghi?
Hanno davvero fermato scientificamente la Lazio? Ci stanno provando? La prima domanda che alza la protesta dei tifosi davanti alla FIGC e la serie di risultati deludenti (come il pareggio contro il Bologna, un po' mesto) è questa: chi la vuole fermare?
I tifosi sembrano aver individuato 1 colpevole su tutti: il "romanista" Malagò, tanto per cominciare, attuale uomo forte del calcio italiano. Poi da là il messaggio dei tifosi è chiaro: mancano almeno 9 punti causa VAR, errata interpretazione, veri e propri errori arbitrali, rigori dubbi non dati, protocollo da riscrivere e comunque in alcuni, eclatanti, episodi, neppure rispettato. Il messaggio lanciato dalla manifestazione in Via Allegri è chiaro: non ci sta bene. Ok, (plauso personale ad una manifestazione del tutto civile, grande segno di maturità) ma allora è davvero tutto scritto, già tutto programmato, ed è dunque del tutto inutile qualsiasi tentativo di conquistare la Champions League?
Lo spogliatoio, che comunque ha giocato tantissimo, sembra aver interiorizzato il forte timore di Inzaghi: in qualche modo il VAR, unito alle tante partite una dopo l'altra, ha incrinato alcune convinzioni, innalzato qualche alibi, in qualche modo comunque condizionato lo spogliatoio. A chiunque chiediate del gruppo Lazio di parlare di arbitri, al di là delle parole, comparirà un bagliore beffardo negli occhi, come a dire: ce la stanno facendo grossa. Che ci sia o meno un disegno, che Malagò sia o meno il deus ex machina di un ipotetico progetto teso a favorire certe squadre, comunque sia c'è da certificare un generico andazzo nel gruppo, uno scoramento che serpeggia, una difficoltà ad essere sereni.
E ora? Bisogna gettare la spugna? Tanto vale passare a seguire il curling? Sarà decisiva la sosta, questo è certo: se i ragazzi di Inzaghi sapranno levarsi dalla testa una certa forma di condizionamento e sconcerto e delusione, se sapranno ricaricare energie mentali e fisiche, allora potranno recitare un finale di stagione degno del restante miracolo architettonico che li ha portati così in alto, in maniera così insperata, contro ogni avversario. Contro il Bologna il Generale Stanchezza ha vinto la sua partita, su un campo di patate impietoso, contro la barricata montata su da Donadoni.
La sosta dirà, alla fine, se la Lazio avrà abbastanza benzina e forza mentale e capacità di tirarsi sopra, sollevarsi, competere per il grande sogno Champions. Inzaghi stesso forse avrà bisogno di rivedere alcune cose, riflettere su alcune scelte (la formazione del primo tempo, un po' forzata dalle assenze, comunque è sembrata squilibrata e leggera). Con una certezza: l'unica risposta possibile alla domanda del titolo è no, la Lazio no, non si è fatta fermare.
P.s. Ah, quello di Donsah su Felipe Anderson era rigore. L'ennesimo.