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    Laziomania: sempre più la Lazio di Sarri, Castellanos, Luis Alberto, sempre più in alto

    Laziomania: sempre più la Lazio di Sarri, Castellanos, Luis Alberto, sempre più in alto

    • Luca Capriotti
    Sempre più la Lazio di Castellanos: contro il Sassuolo al Mapei il Taty tira fuori l’ennesima grande prova, e si rende sempre più credibile come alternativa al Ciro Immobile turbato dalle fantasie arabe. O viceversa, addirittura. Sempre più la Lazio dei nuovi: Guendouzi (che acume tattico decisivo) e Rovella giganteggiano per quantità e qualità a centrocampo. Sempre più la Lazio di Luis Alberto: lo spagnolo terribile non vorrebbe mai uscire dal campo, vista la sua mistica estasi psico-fisica, il suo stato di forma serafinico. Sempre più la Lazio di Sarri: aggressione altissima, qualità di palleggio, tantissime occasioni. La Lazio torna a guardare seriamente in alto, si candida in maniera credibile per posizioni di altra classifica. E fa sognare. 

    AGGRESSIONE ALTA - La Lazio la vince al Mapei col marchio di fabbrica di Sarri: una fase difensiva che inizia altissima, sin dall’aria di rigore del Sassuolo. E che di fatto regala l’1-2 micidiale che stende i neroverdi. Nel frattempo, Luis Alberto in totale ascesi tecnica ispira calcio, le azioni si susseguono, la Lazio è tornata finalmente a giocare a pallone come sa. Se la Lazio è una sicura orchestra di gioco e guizzi, il Sassuolo sbanda, perde i pezzi, acuisce imprecisioni e gaffe, spiegazza dettami tecnico tattici inadatti al momento, al luogo, agli interpreti. Alcuni non sembrano nemmeno giocatori, ma enti morali in grado di regalare alla Lazio ulteriori spunti, idee, sicurezze. Sarri, dalla tribuna, masticando fiele ringrazia. E la Lazio, sempre più sua, subisce forse 8 minuti di buona ripartenza Sassuolo nella ripresa, stroncata dai cambi biancocelesti.

    GESTIONE DEI CAMBI MILLIMETRICA - Millimetrica, la gestione dei cambi di Sarri. Se in passato l’avevamo criticato per alcune scelte un po’ troppo ragionate e in ritardo, stavolta alla prima avvisaglia di un atteggiamento storto il toscanaccio burbero toglie e rimette dentro nuovi. Fa rosicare male un Luis Alberto in stato di grazia divina, ma pazienza: il risultato si vede, la squadra si rimette in sesto, e riprende a dettare la linea politica della partita. Gioco, belle azioni, e due pali. Cosa possiamo chiedere di più? In uno stadio in cui si sentono solo i tifosi della Lazio, Martusciello, il vice di Sarri, deve solo amministrare una squadra credibile e autoritaria. La sosta non ha intaccato le certezze, gli audio sul calcioscommesse (chissà messi in giro da chi) e le vampate gossippare da terza età e ombrellone di Corona su Casale non hanno turbato granché lo spogliatoio. Perfino l’intervista dinamitarda di Immobile (non serve che chi lo ha fatta lo difenda, si difende da solo con le stesse interviste per cui lo difendete) non toglie sicurezze. La Lazio senza di lui gioca benissimo. E questo sarà sempre più un tema. E da come Ciro accoglierà questa notizia, che possiamo giocare benissimo anche se lui subentra, dipenderà tanto.

    CASTELLANOS IS MEGLIO SANABRIA - Come diceva Lotito, in tempi non sospetti e con la sua amatricianica favella, Castellanos si sta dimostrando attaccante di livello assoluto. Giocate di grande tecnica, idee, intelligenza, profondità e capacità di venire incontro, buono di testa e di pensiero, il Taty si sta guadagnando spazio e considerazione. La Lazio con lui gioca bene, anche se non trova il gol. Fa quello che ci aspettiamo da una credibile alternativa a Ciro Immobile che ha chance dall’inizio: finezze, giocate prelibate, veli, grossa caratura mentale, capacità di fare paura alle difese avversarie. Non sappiamo se l’era di Ciro Immobile sia davvero finita, o solo un po’ in declino. Quello che sappiamo è che il Taty Castellanos è molto di più di un timido panchinaro remissivo: è un titolare, e non è detto che non lo diventi davvero, se continua ad essere cosi dannatamente convincente. Sarri ci sta dimostrando che, perfino in seno al suo stesso spogliatoio, sa e deve smuovere certe gerarchie. Fuori gli Immobile, i Cataldi, dentro i Rovella, i Castellanos: la Lazio ha finalmente una rosa profonda, la Lazio può finalmente guardare davvero in alto, lo dico oggi, in tempi non sospetti. Se non spaccano il giocattolo da soli, questi ragazzi possono alzare tantissimo il tiro, possono guardare in alto, e sognare in grande. Questa è sempre più la Lazio di Sarri, che fa sognare in grande.

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