Laziomania:| Ristabilire la normalità
La normalità in casa Lazio sembra davvero una chimera. In una stagione che sembrava e potrebbe ancora essere sorprendente, affiorano i primi problemi. Di gioco, di condizione, di atteggiamenti e comportamenti all'interno di uno spogliatoio che puntualmente viene definito una polveriera (da chi però non è all'interno di esso). Le dichiarazioni sono sempre le medesime: 'Il gruppo è unito, remiamo tutti dalla stessa parte per un obiettivo comune'. Ma la coesione spesso sbandierata da Lotito come fondamentale elemento per raggiungere obiettivi sul campo sembra non esserci più.
Primi malumori, dunque, complici senza dubbio i risultati che stentano ad arrivare, i derby persi e il carattere forse troppo immaturo di alcuni elementi della rosa, che pur avendo un'età avanzata sembrano dei bimbi viziati. Le caramelle le hanno avute, alcuni anche immeritatamente, ma la troppa gola ha fatto sì che alcuni si appesantissero un po' troppo e che nascondessero le cartacce sotto il tappeto, o magari dessero la colpa ad altri per l'abuso dei dolci. La metafora è calzante, perché ora il gioco di trovare il capro espiatorio in questa Lazio è quello che appare più divertente: prima Zarate e le sue pazzie, poi Ledesma e il suo calo, a breve Muslera e le sue papere e infine sarà Floccari e i gol non segnati.
L'ambiente romano, e soprattutto quello laziale, è molto particolare. I tifosi non sono così scemi come vogliono farli sembrare: riescono a fiutare cosa accade e ad individuare i responsabili di una eventuale disfatta. Quest'anno le responsabilità della società sono minori rispetto allo scorso anno, quindi Reja e i suoi ragazzi hanno un grande peso sulle spalle. Hanno dimostrato di essere una buona squadra che può competere in alto: ora come è possibile che si siano dimenticati tutto?
Lo spogliatoio ha degli equilibri delicati, e chi li viola può creare scompiglio. Ma chi ha l'interesse a violarli, contro i propri interessi e quelli del club? In teoria nessuno... ma in pratica? Chi è stanco di Roma, chi è stanco della Lazio, può andare altrove (ammesso che una squadra li accolga, vista l'età e viste le qualità...). La gente laziale merita di più; non merita invece risposte di sfida dai calciatori del tipo 'perché, se perdiamo il derby che succede?'. Non merita la lontananza dei propri beniamini e della società. I laziali vogliono vivere con loro una stagione che - ripeto -, se si ristabilisse la normalità, potrebbe essere sorprendente.