Redazione Calciomercato
Laziomania: rigore negato e divieti di trasferta, trattamento che fa riflettere. Penalizzati e discriminati
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Il percorso perfetto in Europa League si interrompe con il pari casalingo contro il Ludogorets. Un match in cui la squadra di Baroni non è esente da colpe, ma che in ogni caso avrrebbe meritato di vincere e sul quale c’è la grossa macchia dell’arbitraggio con il rigore non concesso a Isaksen per il contatto con Marcos a venti minuti dalla fine.
Un errore evidente e una decisione inspiegabile, apparentemente anche per il VAR Dingert, che condiziona il risultato della sfida contro il Ludogorets e il percorso di una Lazio, che resta in vetta - ora in coabitazione con Athletic Bilbao ed Eintracht Francoforte - e imbattuta in Europa, assicurandosi un posto ai playoff e avvicinandosi a grandi passi all’obiettivo qualificazione agli ottavi di finale.
Difficile, se non impossibile, non pensar male. Soprattutto dopo quanto accaduto in settimana. Dopo l’ennesimo atto di discriminazione da parte delle autorità olandesi e della città di Amsterdam e la pronta reazione della società e delle istituzioni italiane nei confronti della UEFA, ecco l’episodio che rallenta gli uomini di Baroni. Un calcio di rigore evidente che per motivi non ben definiti non viene decretato dal direttore di gara e che avrebbe - evidentemente - potuto indirizzare la sfida verso un’altra vittoria per i capitolini. Non strameritata, come accaduto praticamente sempre in questo avvio di stagione, ma pur sempre tre punti preziosi.
La Lazio non gioca una delle sue migliori gare in stagione e sopratutto risente - questa volta sì - del massiccio turnover e cambia passo nella ripresa. Noslin e Tchaouna steccano ancora, mentre Rovella consente ai biancocelesti di aumentare i giri del motore e cambiare passo. Ma Mandas resta praticamente inoperoso e il guizzo di Isaksen nell’area di rigore del Ludogorets poteva essere decisivo e avrebbe concesso dal dischetto a Pedro l’opportunità di trasformare un calcio di rigore.
I numeri sono tutti dalla parte dei biancocelesti, che però nonostante un pressing costante nell’arco dei 90 minuti, non riescono a concretizzare la mole di gioco e a creare occasioni limpide. Ma se il pari dell’Olimpico lascia amarezza in bocca per una gara condizionata dall’arbitro, a scuotere la settimana nell’ambiente biancoceleste è stata la decisione di vietare la trasferta ai tifosi della Lazio in vista del match di Europa League in programma il 12 dicembre prossimo.
Il sindaco di Amsterdam, affiancato dal capo della polizia e dal Procuratore Generale, ha deciso di seguire la stessa linea, vietando la trasferta a tutti gli italiani con la motivazione di prevenire possibili comportamenti ‘razzisti e antisemiti’. L’assurdità della restrizione che - ricordiamolo - penalizza i tifosi, molti dei quali avevano già acquistato i voli e l’alloggio per seguire la squadra di Baroni alla Johan Cruijff Arena, si estende a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro fede calcistica.
Una decisione che appare discriminatoria, danneggia l’immagine della tifoseria e del club biancoceleste, penalizza economicamente i tifosi che avevano già prenotato voli e alloggi per la trasferta, e che ricorda quella presa nel novembre 2021 dal Ministro degli Interni francese, quando ai tifosi della Lazio fu impedito di andare a Marsiglia per timore di scontri tra sostenitori dell’OM e biancocelesti.
Il municipio ha dichiarato attraverso una nota ufficiale che “I tifosi della SS Lazio non sono i benvenuti ad Amsterdam”, in un clima di apprensione dovuto anche alle tensioni esplose tre settimane fa durante Ajax-Maccabi Tel Aviv, tra sostenitori israeliani e gruppi pro-Palestina. Un provvedimento controverso, con tratti discriminatori e razzisti, adottato per prevenire eventuali episodi di antisemitismo e discriminazione religiosa.
L’ennesimo attacco gratuito ad una tifoseria a cui sono state appiccicate etichette definitive, senza spazio di replica. Una generalizzazione, discriminazioni e odio che le autorità calcistiche e politiche dovrebbero combattere ma che finiscono per alimentare con scelte assurde, che colpiscono coloro che vorrebbero solo godersi un viaggio al seguito della propria squadra.
Una decisione che lascia sgomenti e che colpisce proprio la Lazio, che il 24 ottobre ha dovuto fare i conti con insulti razzisti e ululati da parte dei tifosi del Twente ad Enschede indirizzati ad un proprio giocatore, Loum Tchaouna. Se non fosse tutto certificato da comunicati ufficiali e dichiarazioni di esponenti politici, sembrerebbe tutto uno scherzo.
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Giusto così