Redazione Calciomercato
Laziomania: Spalletti, perché Raspadori e non Zaccagni?
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Una gara terminata con le “tasche vuote”. Attingendo dal decalogo di Marco Baroni, il successo di Monza racchiude in pieno il concetto sottolineato più volte dal tecnico della Lazio. La sua squadra esce dall’U-Power Stadium con i tre puntI dopo aver dato tutto, ma proprio tutto, soffrendo per larghi tratti del match contro una squadra come quella di Nesta che dimostra ancora valori ben diversi da quelli recitati dalla classifica, come era già accaduto contro il Milan.
La Lazio, trascinata dagli oltre tremila sostenitori giunti a Monza per incitare gli uomini di Baroni, un vero e proprio esodo biancoceleste, ha la colpa di non chiudere la gara, ma il grandissimo merito di saper soffrire e portare a casa il risultato pieno. Una dote posseduta solamente dalle grandi squadre, capaci di strappare i tre punti anche in giornate un po’ storte, dove non gira bene e l’avversario sembra avere qualche giro in più nel motore.
Eppure sul campo del Monza, la Lazio offre ancora una volta certezze dal punto di vista tattico e della capacità di essere camaleontica, cambiando uomini e sistemi di gioco senza perdere mai i propri riferimenti. Baroni rinuncia a Castellanos per rinforzare il centrocampo con una linea a tre più muscolare, la squadra si adatta presto nel tentativo di bloccare le iniziative degli avversari. A gara in corso il sistema di gioco torna ad essere il 4-2-3-1, con Vecino avanzato di qualche metro, e la squadra si adatta immediatamente e prende le misure agli avversari.
A Monza la decide capitan Zaccagni con un tiro a giro imprendibile per Turati. Una giocata da campione del numero 10 biancoceleste, che prima colpisce il palo e poi aggiusta il mirino e castiga il Monza. Viene da chiedersi come Spalletti abbia potuto lasciarlo ancora fuori dalla lista dei convocati di questa Nazionale, per far posto a un Raspadori che sta trovando davvero poco spazio nel suo Napoli, con appena 49 minuti nelle ultime nove di campionato, di cui sei passate interamente in panchina.
Chi a Coverciano ci andrà è Nicolò Rovella, che proprio a Monza completa il cerchio. In Brianza ha giocato la sua prima stagione da titolare e protagonista in Serie A, prima di spiccare il volo con la Lazio e guadagnarsi meritatamente la prima chiamata con la Nazionale maggiore. All’U-Power Stadium gioca una grande gara. Oltre a quella del numero 6 spicca anche la prestazione di Romagnoli, un gigante tra le maglie biancorosse e un vero e proprio muro per gli avversari. Una prova straordinaria con il numero 13 biancoceleste sulle spalle davanti all’ex capitano e leggenda laziale Alessandro Nesta, idolo d’infanzia e vero e proprio modello.
Questa Lazio dimostra di saper soffrire da grande squadra, di stringere i denti quando le fatiche europee si fanno sentire e saper giocare e divertire, vincendo. Sono quattro le vittorie di fila in campionato, dieci nelle ultime undici gare tra tutte le competizioni. Numeri da top di una squadra che spreca tanto e non raccoglie quanto avrebbe meritato. Un gruppo sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore, emblema di competenza, professionalità, umiltà e umanità. Uno che ha voltato completamente pagina e rotto col passato con i fatti, accettando di dover affrontare una gara ogni tre giorni e facendolo nel migliore dei modi, senza l’attenuante degli impegni ravvicinati. Questa squadra non solo risponde presente nelle gare dopo le coppe ma le vince tutte. I numeri parlano chiaro: 4 vittorie su 4 in Europa League e altrettante in campionato nelle sfide successive alle gare europee un taglio netto col le vecchie gestioni e filosofie.
Ora la sosta, che consentirà alla squadra di rifiatare e ricaricare le batterie, almeno per coloro che non partiranno con le rispettive nazionali. L’opportunità per Baroni di continuare a lavorare sul campo, a Formello, e preparare con maggiore serenità i prossimi impegni tra campionato ed Europa League. Si ripartirà con un doppio impegno all’Olimpico, contro Bologna e Ludogorets, prima della trasferta di Parma. Una chance da sfruttare, con il supporto fondamentale del proprio pubblico, per continuare a sognare, ma mantenendo i piedi per terra e costruendo il proprio destino un pezzettino alla volta, gara dopo gara, a volte dominando, altre soffrendo, quando serve, ma con i tre punti e nient’altro in tasca.
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La Lazio, trascinata dagli oltre tremila sostenitori giunti a Monza per incitare gli uomini di Baroni, un vero e proprio esodo biancoceleste, ha la colpa di non chiudere la gara, ma il grandissimo merito di saper soffrire e portare a casa il risultato pieno. Una dote posseduta solamente dalle grandi squadre, capaci di strappare i tre punti anche in giornate un po’ storte, dove non gira bene e l’avversario sembra avere qualche giro in più nel motore.
Eppure sul campo del Monza, la Lazio offre ancora una volta certezze dal punto di vista tattico e della capacità di essere camaleontica, cambiando uomini e sistemi di gioco senza perdere mai i propri riferimenti. Baroni rinuncia a Castellanos per rinforzare il centrocampo con una linea a tre più muscolare, la squadra si adatta presto nel tentativo di bloccare le iniziative degli avversari. A gara in corso il sistema di gioco torna ad essere il 4-2-3-1, con Vecino avanzato di qualche metro, e la squadra si adatta immediatamente e prende le misure agli avversari.
A Monza la decide capitan Zaccagni con un tiro a giro imprendibile per Turati. Una giocata da campione del numero 10 biancoceleste, che prima colpisce il palo e poi aggiusta il mirino e castiga il Monza. Viene da chiedersi come Spalletti abbia potuto lasciarlo ancora fuori dalla lista dei convocati di questa Nazionale, per far posto a un Raspadori che sta trovando davvero poco spazio nel suo Napoli, con appena 49 minuti nelle ultime nove di campionato, di cui sei passate interamente in panchina.
Chi a Coverciano ci andrà è Nicolò Rovella, che proprio a Monza completa il cerchio. In Brianza ha giocato la sua prima stagione da titolare e protagonista in Serie A, prima di spiccare il volo con la Lazio e guadagnarsi meritatamente la prima chiamata con la Nazionale maggiore. All’U-Power Stadium gioca una grande gara. Oltre a quella del numero 6 spicca anche la prestazione di Romagnoli, un gigante tra le maglie biancorosse e un vero e proprio muro per gli avversari. Una prova straordinaria con il numero 13 biancoceleste sulle spalle davanti all’ex capitano e leggenda laziale Alessandro Nesta, idolo d’infanzia e vero e proprio modello.
Questa Lazio dimostra di saper soffrire da grande squadra, di stringere i denti quando le fatiche europee si fanno sentire e saper giocare e divertire, vincendo. Sono quattro le vittorie di fila in campionato, dieci nelle ultime undici gare tra tutte le competizioni. Numeri da top di una squadra che spreca tanto e non raccoglie quanto avrebbe meritato. Un gruppo sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore, emblema di competenza, professionalità, umiltà e umanità. Uno che ha voltato completamente pagina e rotto col passato con i fatti, accettando di dover affrontare una gara ogni tre giorni e facendolo nel migliore dei modi, senza l’attenuante degli impegni ravvicinati. Questa squadra non solo risponde presente nelle gare dopo le coppe ma le vince tutte. I numeri parlano chiaro: 4 vittorie su 4 in Europa League e altrettante in campionato nelle sfide successive alle gare europee un taglio netto col le vecchie gestioni e filosofie.
Ora la sosta, che consentirà alla squadra di rifiatare e ricaricare le batterie, almeno per coloro che non partiranno con le rispettive nazionali. L’opportunità per Baroni di continuare a lavorare sul campo, a Formello, e preparare con maggiore serenità i prossimi impegni tra campionato ed Europa League. Si ripartirà con un doppio impegno all’Olimpico, contro Bologna e Ludogorets, prima della trasferta di Parma. Una chance da sfruttare, con il supporto fondamentale del proprio pubblico, per continuare a sognare, ma mantenendo i piedi per terra e costruendo il proprio destino un pezzettino alla volta, gara dopo gara, a volte dominando, altre soffrendo, quando serve, ma con i tre punti e nient’altro in tasca.
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Commenti
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sono sicuramente esagerato io ma i titolisti di questo sito sono proprio strani. Fosse un articol...