Redazione Calciomercato
Laziomania: sul gol annullato a Rovella il Var non poteva intervenire, ora il club faccia come Ghisolfi
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Lasciando cadere dietrologie e pensieri complottisti, ciò che appare evidente è l’inadeguatezza di una classe arbitrale che continua a incidere pesantemente nell’esito di alcune partite della Serie A. Ma quello che più fa riflettere è l’errore evidente e grossolano commesso dal quintetto arbitrale guidato da Zufferli e che punisce ancora una volta la Lazio.
In occasione della rete annullata a Rovella, autore di uno straordinario gol a pochi secondi dall’inizio del match, arbitro e VAR dimenticano il regolamento e annullano per un presunto contatto tra lo stesso centrocampista numero 6 e Haj Mohamed. Le immagini mostrano chiaramente il recupero del pallone da parte del Parma con Mandela Keita, prima della riconquista da parte della Lazio fino alla rete. L’APP (Attacking possession phase, ovvero la fase di possesso d’attacco fino al gol) risultava, dunque, regolare, dopo il recupero del pallone della squadra di Baroni.
Se da una parte quello di Zufferli in campo non poteva essere un errore evidente (e che dunque era meritevole di intervento del VAR), visto che lo stesso Haj Mohamed strattona vistosamente Rovella in un duello corpo a corpo, l’errore da matita blu dell’arbitro e dei suoi assistenti al video, Paterna e Massa, costa molto caro ai biancocelesti. Eppure appena due stagioni fa, il 6 maggio 2023, in occasione di un Milan-Lazio, l'azione del gol di Bennacer, avviata da un’azione fallosa di Giroud, in area di rigore sul rinvio dal fondo, e rifinita dallo stesso francese non aveva portato all’intervento del VAR poiché i biancocelesti avevano perso il possesso del pallone. Stessa regola, due decisioni opposte, una comune denominatore: la Lazio penalizzata.
Come se non bastasse, i dubbi sulle decisioni del direttore di gara aumentano a dismisura a ridosso dell’intervallo. Altra scelta importante e nuovo dietrofront in favore del Parma. Zaccagni si coordina in area di rigore ed è pronto a calciare. Keita, già ammonito e dunque passibile della seconda ammonizione che avrebbe portato il Parma a giocare un tempo e pochi secondi in inferiorità numerica, interviene da dietro ostacolando il capitano e numero 10 della Lazio, che viene colpito dalla gamba dell’avversario e di conseguenza svirgola il pallone. L’arbitro, appostato a pochi passi, concede il rigore ma incredibilmente e inspiegabilmente torna sui suoi passi dopo l’on-field review e ribalta la decisione. Anche qui, proprio come in precedenza, ci si interroga su come mai Paterna e Massa intervengano davanti a quello che non può essere considerato un chiaro ed evidente errore.
Il campo ha premiato il Parma al termine di una gara dominata dalla Lazio, fermata dalle decisioni imperscrutabili dell’arbitro Zufferli e del VAR in primis e poi dallo stato di grazia di Suzuki. I biancocelesti commettono qualche errore individuale di troppo, in particolare con Rovella e Gila che spianano la strada ai gol del Parma, ma giocano l’ennesima gara generosa, provando a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Una montagna rappresentata da decisioni che sconfessano il regolamento e risultano chiaramente errate e che incidono in modo importante sul corso e sull’esito di una partita importante per il prosieguo del campionato della squadra di Baroni.
Una domenica in cui l’aggressività e l’ardore della Lazio targata Baroni restano gli stessi, così come il ritmo e la voglia di vincere. Quell’attitudine nel voler dominare che ti porta a rischiare qualcosa in più e a correre il rischio di sbagliare. Un rischio che a volte paga e qualche volta di punisce, come in giornate storte come quella di ieri al Tardini di Parma.
Il vero errore di questa Lazio spavalda in campo, come la vuole Baroni, è quello di non alzare educatamente la voce davanti ai microfoni e nelle sedi opportune per pretendere un po’ di rispetto e un trattamento adeguato alle norme previste dal regolamento. Nulla di più, nulla di meno. Un qualcosa che però è venuto nuovamente meno in occasione del match contro il Parma, con un errore macroscopico che ha condizionato il risultato e di riflesso il cammino dei biancoceleste. Certamente non si possono regalare due gol e non si può sbagliare un’occasione come quella di Isaksen a pochi metri dalla porta sguarnita, ma è altrettanto vero che l'operato di Zufferli ha inciso sull'andamento della gara.
La Lazio ha scelto, però, ancora una volta di non commentare - almeno nel post gara e finora - gli episodi del Tardini. Una scelta probabilmente rivedibile. Perché se è vero che bisogna essere più forti di tutto e tutti e che i biancocelesti sono usciti dal campo ancora una volta con le maglie sudate, è altrettanto vero che in certe occasioni, in cui il torto subito è evidente come in occasione del gol annullato a Rovella, è giusto alzare educatamente la voce ed evidenziare una grave mancanza e il torto subito, in una corsa punto a punto in cui ogni singola gara può pesare sul piazzamento finale.
Un’azione doverosa nei confronti degli oltre seimila laziali presenti al Tardini, di tutto l’ambiente biancoceleste e di un club che merita più rispetto dopo l’ennesimo episodio che - in termini di regolamento - lascia molto più di qualche dubbio sulla decisione presa.
Basti pensare che c’è chi nelle scorse ore ha chiesto rispetto attaverso le dichiarazioni forti di un dirigente in un’annata in cui, tra scelte di mercato e tre allenatori a libro paga, probabilmente dovrebbe fare un’analisi più introspettiva piuttosto che puntare il dito altrove e scaricare le colpe...
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Commenti
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A me sembra che il Var, da risorsa, stia diventando un problema perché viene utilizzato cn modali...