Laziomania:| Niente scuse, nessun salto di qualità
Ormai è chiaro: Lotito non vuole far fare alla Lazio il salto di qualità che tutti, soprattutto i tifosi, si aspettano. Ieri in sede di calciomercato si è perpetrata l'ennesima 'violenza' nei confronti dei sostenitori biancocelesti. Una trattativa fiume. Alle 18.55 viene detto: 'Va tutto bene, è fatta, non ci sono problemi, stiamo per chiudere'. Zavaglia entra nel box della Lazio rassicurando tutti, il segretario Calveri ne esce pochi istanti dopo correndo manco fosse Usain Bolt, per riuscire a depositare il contratto prima che la porta della Lega si chiuda. Ma il contratto non è quello di Felipe Anderson: si tratta invece di Zauri e Sculli che passano al Pescara. L'urlo per un acquisto eccezionale che si strozza in gola. I tifosi inferociti dall'ennesima presa in giro.
Per il terzo anno consecutivo si ha la sensazione di abbandonare un sogno, di issare bandiera bianca nei confronti del Napoli, che si è rinforzato in tutti i reparti, dell'Inter, della Fiorentina, e addirittura del Milan, che con Balotelli ora possiede l'attacco più forte e giovane della serie A. Non esistono alibi di sorta, non c'è fax o collegamento internet che tenga, perché se è vero che la trattativa è iniziata il 7 gennaio e dopo 20 giorni non era ancora conclusa la Lazio aveva il dovere di cautelarsi con delle alternative che potessero essere all'altezza. Ma la pochezza di una società basata solo su due persone non permette di trovarsi su più tavoli di trattativa.
Nelle ultime sessioni di calciomercato non si è mai fatto quello che si doveva fare, non sono mai stati acquistati dei giocatori che potessero portare qualcosa di importante. Candreva - colpo non studiato e arrivato per puro caso dopo aver seguito Honda e Nilmar - è riuscito a ritrovarsi e a fare bene; di Ederson è inutile parlare, in quanto limitato dalla condizione fisica, mentre Ciani è stato sì un buon affare ma non parliamo certo di un 'crack'. La sensazione che hanno i tifosi è che Lotito abbia fatto la sua scelta: non far crescere la Lazio, non farle fare il salto di qualità. Si aspettano ancora i famosi quattro campioni promessi, che non sono arrivati e non arriveranno mai: la storia è maestra di vita, le persone difficilmente cambiano e Lotito difficilmente impara dai suoi errori visto che persevera.
A due giorni da una finale di Coppa Italia conquistata, sulle ali dell'entusiasmo, con 60mila persone allo stadio, arriva dunque una delusione per tutti coloro che credevano irrazionalmente che qualcosa fosse cambiato anche in virtù di una 'tregua' nei confronti di Lotito da parte della Curva Nord, per non dare alibi alla squadra e per rimanere accanto a giocatori, che meritano il sostegno, e per stare vicini ad un allenatore che da sconosciuto si è messo in gioco e ha incantato tutti. Del resto il tifo è irrazionalità, è sperare che qualcosa possa sempre succedere, che da un momento all'altro anche sotto 4-0 si possa ribaltare il risultato. La realtà dei fatti invece è un'altra, e si chiama Claudio Lotito, che purtroppo ha deluso di nuovo.