Laziomania: la sottile differenza tra due Lazio
La differenza, abissale, tra primo e secondo tempo contro il Galatasaray si può riassumere in un solo termine. Gesto tecnico. La qualità del gesto tecnico viene meno. Per chi ha pazienza di seguire un po' le altrui conferenze, Allegri, nei momenti della peggior Juve, quella di inizio stagione, questo ricordava di continuo. Bisogna innalzare la qualità del gesto tecnico, come un mantra, come se fosse una formuletta univoca in grado di risolvere qualsiasi problema. In soldoni come si calcia il pallone, dove lo si dirige. In soldoni sbagliare il meno possibile. In una sola parola: gesto corretto.
La Lazio ieri aveva la partita in pugno, e se il pareggio fuori casa nella legge dei 180' minuti è sicuramente un risultato più che positivo (anche alla luce della Lazio zombiesca che va a caccia di sopravvissuti umani in campionato), la Lazio si poteva prendere la briga e di certo il gusto di assestare il colpo decisivo. La Lazio della ripresa ha tenuto, quadrata, ordinata, e questa in lessico giornalistico è già una notizia: in altri tempo lo sbandamento tecnico (forse dovuto anche ad un calo fisico nei giocatori-chiave, magari rientranti, come Biglia e Lulic) avrebbe prodotto altri cataclismi. La differenza abissale tra il Parolo dello scorso anno e quello di quest'anno non la scopriamo certo sulle rive del Bosforo: uno dei pretoriani fedelissimi di Pioli sta continuando a macinare macine al collo, appesantito, impreciso, poco incisivo. Si può riassumere in un solo termine: gesto povero.
Di idee, di spunti, di mentalità. Il Parolo Quaresimale dovrà pur finire: intanto, al di là di un tiro pericoloso, ieri altra prestazione da non raccontare. Da raccontare, invece, Milinkovic Savic: ancora con qualche riferimento un po' sgraziato, ancora qualche errore, ma ha caratura tecnica e personalità, riesce poi nella preziosa arte di essere decisivo. E se il Grande Gigante Geniale avesse trovato la seconda testata ad alcune bocciature un po' troppo frettolose, forse il sorriso di ritorno dalle lande turche sarebbe stato più largo e rilassato. La differenza, abissale, tra Lazio di campionato e Lazio di Coppa si può riassumere in un solo termine: fastidiosa. Sembra quasi sussurrare: potrebbero, ma non in campionato, non quest'anno. Ma al ritorno contro il Gala si può e si deve guardare con una qualche fiducia e qualche riserva. In un solo termine. Gesto scaramantico.