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Laziomania: la dignità della sconfitta datevela in faccia
Visto che è l'ultimo giorno d'Europa per questa stagione, si può fare un bilancio e anche tirare fuori i nomi, tanto da domani bisogna comunque ripartire: Patric ha fatto una partita da sbandato in un ruolo non suo, in cui non avrebbe mai dovuto giocare. Pur di non giocare a 4 e mettersi speculare Inzaghi sacrifica la sua pedina più in difficoltà su un palcoscenico così importante. La partita di Patric è un "je accuse" al mercato, alle scelte, al momento scellerato in cui qualcuno lo ha pensato in una difesa a 3. Esce pure 'rosicando': non ci fa una bella figura, dopo aver giocato così male.
Ma non posso dare le colpe a lui: è un giorno di rimpianti questo. Potrei parlare di quanto manca a Marusic per non essere solo un corridore, quanto servirebbe a Lulic l'ultimo passaggio e quanto ci è mancato Luis Alberto, ma quello vero. Il Siviglia è stato esperto, ma veramente è sembrato in difficoltà. Nei momenti decisivi sono mancati tutti i presupposti tecnici per portarla a casa. Facciamoli questi nomi, ma col proposito di togliersi tutti i sassolini oggi, per poi ripartire. E allora diciamo pure che Immobile così non ci serve: acciaccato e rimesso su a fatica, nemmeno l'istinto lo aiuta. L'errore che fa è la condanna della Lazio.
Partiamo da un altro errore sottoporta: quello di Acerbi, al contrario, è l'emblema di un giocatore di spessore, un lottatore di primissimo livello. Questa forza, questa capacità di aiutare, di esserci sempre, è una specie di icona al coraggio. Alla Lazio il valore non è mancato, ma è mancato il calcio nella sua parte più limpida: la tecnica dell'ultimo passaggio, la lettura preziosa degli spazi, il tocco decisivo in rete. Una piccola parentesi: forse in Europa League sarebbe pure ora di mettere il VAR. Già è la figlia diseredata della UEFA, così la fanno pure sembrare scema: l'arbitro inglese non vede un rigore netto su Lulic e inventa il rosso di Marusic. Non è uscita per l'arbitraggio, la Lazio. Ma queste cose sono inguardabili.
Voglio ritornarci,a quella domanda iniziale: in questo momento, con questa rosa spezzata, i rimpianti di un mercato con il braccino corto potranno pure essere buttati nel mezzo, ma non basta ad incorniciare un momento tetro. Questa Lazio arriva sempre a giocarsi i momenti decisivi menomata, orba. Per questo io dico: la dignità della lotta e del risultato finale mi aiuterà pure a dormire meglio, non solo a me. Ma mi sono stufato di essere dignitoso: bellissima la corsa dello scorso anno, il gran gioco, la lotta all'ultimo respiro.
Molto dignitosa, ma perdente. E forse, alla fine, è questo che davvero servirebbe alla Lazio: una mentalità davvero vincente, dalla prima testa pensante, dal presidente in giù, alla lunga porta risultati. I sassolini li ho tolti: da qui alla fine purtroppo solo squadra e staff possono cominciare a dimostrarla. Lotta Champions, Coppa Italia: la dignità non mi serve, grazie, è un concetto debole. Vincente, questa Lazio è in grado davvero di essere vincente?