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Laziomania: la chiesa è tornata al centro del villaggio (tanti saluti, Rudi)
Garcia mastica amaro, Inzaghi stavolta l'ha annichilito. I solisti del Marsiglia fanno acqua, mentre Caicedo e Immobile sembrano, in acqua, nuotatori sincronizzati. Movimenti perfetti, sintonia. Luis Alberto, da Roma, in televisione forse ha visto altre panchine all'orizzonte. Correa preme, questo Caicedo non può rimanere in panchina. E Milinkovic?
Allora, parliamone. Almeno in campo era abbastanza presente, centrale nelle trame, non è rimasto a fissarsi l'ombelico. Certo, l'attività non è nucleare, siamo al fuochino appena acceso. Meglio della cenere, questo è certo. Basta? Diciamo che la scena l'ha rubata l'altro serbo, Marusic, che tira fuori dal cilindro il gol della serenità, in un momento in cui l'inerzia dell'incontro sembrava davvero precipitata verso un abisso, senza motivo, scavato dalla punizione meravigliosa di Payet. A volte per combattere una magia ne serve un'altra: per questo Marusic fa un sortilegio, e il Velodrome resta muto.
E, per tornare al tema Garcia, la chiesa è tornata al centro del villaggio. A Roma c'è una speciale legge del karma, che condanna chi esagera dopo i derby vinti, i gol nella stracittadina con esultanze smodate. Lo sa Osvaldo, la cui maglietta provocatoria è finita sotterrata dalla sconfitta. Ora lo sa pure Garcia. Se continua così, probabilmente avrà molto tempo per riflettere sulla lezione.