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    Laziomania: l'Inter è un pressure-test: sensibilità olandese su letto di Icardi

    Laziomania: l'Inter è un pressure-test: sensibilità olandese su letto di Icardi

    Contro l'Inter sensibilità olandese sopra la legge di Icardi, mescolare bene, occhio alle dosi. E bisogna vincere per forza, niente fregnacce sul pareggio: è un pressure-test come a Masterchef, solo con le urla di Gordon Ramsay. Anche perché questa è una settimana atipica: pazzesco, pensate, l'Inter non ha annunciato l'acquisto di un titolarissimo  della Lazio a 0, titolarissimo che non vorrà giocare, verrà comunque giocato, e salterà le tre partite successive contro la sua ex squadra. Per sensibilità, come ci ha giustamente insegnato Spalletti. Inzaghi non la pensò così, in un tragico giorno di maggio. (URLA DI CHEF RAMSAY)


    Vabbè, era ovvio, ai più attenti osservatori della storia recente della Lazio, che il bomber tanto osannato prima, bistrattato poi, con moglie procace finita in diretta tv a parlare dei compagni, trovasse finalmente il reintegro in squadra proprio contro la Lazio. Questo è già tutto scritto, è la legge di Murphy: se qualcosa deve andare storto, segnerà Icardi (un po' come se in finale di Masterchef tornasse un Cracco furioso, per dire). 

    Stavolta almeno non dovrà farsi buttare giù in area da un suo futuro compagno di squadra. Meglio, l'ultima partita dello scorso campionato non è stata un battito di ali di farfalla, ma un uragano che ha generato una serie di atomiche conseguenze che hanno funestato la stagione della Lazio fino ad oggi. Manco fosse una specie di apocalisse alla "The Passage". Un mondo nuovo è iniziato, senza sensibilità alcuna. Peccato.

    Il buon Keita, altro ex, che giornata da sfoghi cutanei, ha fatto sapere che, in virtù di un suo passato alla Lazio, non esulterà. Forse, non è del tutto certo, non è che si sia lasciato benissimo con i tifosi. Peccato, perché è uno di quelli che mi ha fatto sognare di più, nel mio gotha personale di elevazione mistica in triade con Zarate e Felipe Anderson (sì, sono una brutta persona, amo i giocatori che mi hanno fatto più male). 

    Certo, in questo weekend saremo tutti un bel po' sensibili: le due tifoserie di Lazio e Inter sono gemellate, gli strascichi della lunga corsa dello scorso anno un po' si sono fatti sentire. Ho come l'impressione che il non tifoso organizzato non abbia in grande simpatia l'eleganza di riccio con cui ci è stata sfilata dal dito l'anellino Champions, con tocco da maestro. 

    Certo, in questo weekend saremo tutti un bel po' nostalgici: c'è stato un tempo in cui metà  di questa squadra, l'Inter, era alla Lazio o alla Roma. Ora Milano si batte per Roma per un rimasuglio di posto al sole, rosicchiando gli ultimi raggi di un campionato all'ombra della solita Juventus. 

    In questa corsa Champions sarebbe bello fare come Alessandro a Masterchef: in finale non lo voleva nessuno, tutti a parlare degli altri, alla fine tra i primi 4 ci è arrivato lui, superando tutti i pressure-test dell'universo. 

    Certo, in questo weekend saremo tutti molto attenti alla presisone: niente fregnacce, Inzaghi ha avuto una sosta piena di partite per i suoi Nazionali, un po' avare di notti magiche. Pazienza, Milinkovic e Immobile avranno modo di respirare subito la grande sfida che li attende. Magari Mancini, ex Lazio ed ex Inter, avrà modo di imparare come farlo rendere al meglio. La sensibilità, quella no, non si può imparare in cucina, nella vita, nel calcio. Se volete, se proprio dovete, potete chiedere ad un noto difensore olandese. Non lo trovate in campo contro la Lazio, comunque. 


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