Redazione Calciomercato
Laziomania: Baroni sbaglia e derby-bis, ma questa squadra invoca due rinforzi
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Il palo interno colpito da Pedro al 98’. La fotografia perfetta di una serata no. Una notte (quasi) da dimenticare per la Lazio di Marco Baroni, che fallisce una grande occasione e cade in un altro scontro diretto. Non più una casuale in una sfida che evidenzia limiti di una squadra e di un allenatore che commette degli errori che paga a caro prezzo. Perchè, se da una parte è vero che la sensazione dominante all’Olimpico è che non sarebbero bastati nemmeno 180 minuti per scacciare una maledizione attorno alla porta della Fiorentina, è altrettanto vero che in una delle più classe partite ‘maledette’, in cui una grande mole di gioco si dissolve in un nulla di fatto, la formazione biancoceleste ci mette tanto, tantissimo, del suo per uscire a mani vuote.
La Lazio incappa nell’ennesimo avvio da incubo e lascia sul campo tre punti fondamentali nella corsa Champions. La sfida con la Fiorentina, terminata 2-1 in favore dei viola, è segnata da un approccio clamorosamente molle degli uomini di Marco Baroni, che subiscono due gol a freddo replicando il medesimo copione già visto nel derby. E, come allora, i biancocelesti non riescono a riprendere in mano la gara nonostante una reazione di grande orgoglio, che però non basta per raddrizzare una partita compromessa in avvio con 20 minuti disastrosi.
TRE INDIZI FANNO UNA PROVA - L’avvio del match è scioccante. La Lazio appare totalmente inesistente e lascia l’iniziativa a una Fiorentina che, seppur in un periodo negativo (soltanto due pareggi nelle ultime sei di campionato), ne approfitta con due tiri e altrettanti gol, sfiorando addirittura il tris con il palo di Gudmundsson. Una partenza horror che indirizza il resto della gara e fa emergere tutti i limiti di una squadra che, troppo spesso, sembra giocarsi le partite nei primi minuti. Proprio come accaduto nel derby contro la Roma e poi contro il Como, la partenza con handicap costa carissima agli uomini di Baroni, che subiscono come già accaduto nella stracittadina due gol nei primi venti minuti e non riescono più a rialzarsi.
SCELTA SCELLERATA - A peggiorare il quadro c’è anche la panchina corta: soltanto un difensore disponibile e alcune assenze pesanti (su tutte quella di Tavares a sinistra), mentre a centrocampo Baroni decide di tenere fuori Rovella – fondamentale per gli equilibri della squadra e che, per giunta, avrebbe potuto riposare in Europa League a causa della squalifica – schierando Dele Bashiru al suo posto. Una scelta che il tecnico biancoceleste paga a carissimo prezzo. Il nigeriano viene riproposto nuovamente in mediana, dimostrando ancora una volta di non poter ricoprire quel ruolo. Non ha assicurato protezione alla difesa né ha garantito un adeguato supporto in fase di costruzione: le conseguenze si sono viste nell’immediato, con la Lazio che ha concesso fin troppe praterie alla Fiorentina. Solo l’ingresso di Rovella, a partita ormai compromessa, ha ridato senso al centrocampo e maggior incisività alle trame di gioco, purtroppo senza riuscire a ribaltare il risultato. E nonostante il lutto familiare, il calciatore è sembrato in grande condizione e pronto a prendere immediatamente le redini del gioco della squadra biancoceleste, cambiando immediatamente il ritmo e la velocità della costruzione.
TURNOVER - A lasciare un po’ interdetti, a dire la verità, è la gestione del doppio impegno ravvicinato tra Real Sociedad e Fiorentina da parte di Baroni. Se da una parte l’allenatore della Lazio sfata il tabù di ‘coppa europea come handicap’ ma ribadisce l’ambizione sua e della sua squadra, risulta difficile spiegarsi come mai applichi il turnover nello scontro diretto contro la Fiorentina e non giovedì scorso contro la Real Sociedad, una squadra senza dubbio di valore e da affrontare al meglio, ma con una situazione di classifica da parte della Lazio confortante e con un doppio match-point qualificazione da poter sfruttare. Le mancate rotazioni in Europa lasciano strascichi evidenti nella sfida contro i viola, con una squadra biancoceleste in apnea in avvio e colpita ben due volte a freddo dagli avversari.
OCCASIONE PERSA - Sul piano tecnico, la Lazio ha prodotto tanto ma con poca precisione: due pali e una parata straordinaria di De Gea su Marusic hanno negato un pareggio che sarebbe potuto arrivare nel finale, ma che comunque non avrebbe cancellato i problemi di fondo. Se a ciò si aggiunge qualche chiamata arbitrale discutibile – su cui però c’è poco da recriminare, perché i veri errori sono da ricercare in casa biancoceleste – è inevitabile che il risultato sia una sconfitta che fa male e che complica la classifica, visto lo scivolone non sfruttato della Juventus e il rientro in corsa di Milan e Roma.
ARBITRAGGIO - La Lazio deve fare mea culpa e leccarsi le ferite per una sconfitta che pesa, ma l’arbitraggio di Rapuano è sembrato tutt’altro che all’altezza della situazione. Il direttore di gara non solo perde il controllo della partita, ma commette una serie di ‘errorini’ che pesano come un macigno sull’andamento e incidono tremendamente sul nervosismo crescente delle due squadre. La manata di Pongracic su Romagnoli, così come il mancato giallo a Beltran su Isaksen, ma non solo: sono tanti gli episodi sotto la lente d’ingrandimento e che risultano giudicati in maniera errata. Una scelta, quella di affidare a Rapuano una sfida delicata come Lazio-Fiorentina, che non ha propriamente convinto.
SOS MERCATO - Radiomercato racconta di un affare Casadei in chiusura, ma i fatti parlano chiaro e dicono che Marco Baroni aveva a disposizione una panchina ridotta all’osso, soprattutto in difesa. Certamente vedere dall’altra parte del campo un Folorunsho subito integrato negli schemi di Palladino e che ha professato nuovamente la sua fede laziale fa male e anche un po’ riflettere per quello che sarebbe dovuto essere un colpo non del mercato invernale ma già del mercato estivo. Un profilo ideale per completare un reparto che ha disperatamente bisogno di essere rinforzato, proprio come la difesa, che conta diverse defezioni e che ha bisogno anche puramente in termini numerici di nuovi elementi. La finestra invernale di calciomercato è giunta a una settimana dal gong finale e per Fabiani e Lotito è arrivato il momento della verità. Davanti a loro la possibilità di tagliare con il passato e cancellare errori fatti e rifatti, ma sostenere un allenatore e una squadra che finora hanno dato il massimo per poter continuare a sognare traguardi ambiziosi. Ora, però, è il momento di agire e fare sul serio, per dare continuità al progetto e affiancare concretamente Baroni con due colpi funzionali: un difensore centrale e un centrocampista in grado di poter supportare Guendouzi e Rovella, in attesa del ritorno di Vecino.
BESTIA NERA - Con questa sconfitta, la Lazio ha ‘regalato’ la seconda vittoria stagionale a una Fiorentina che sembrava in caduta libera, e soprattutto ha sprecato l’occasione di avvicinarsi ulteriormente ai posti che contano. La sconfitta contro i viola rappresenta un brusco campanello d’allarme: non solo per la classifica, ma anche per l’atteggiamento della squadra. Le partite dei biancocelesti sembrano troppo spesso decidersi nella prima mezz’ora, e se l’approccio è molle come ieri sera, l’esito non può che essere negativo. Ora serve una reazione decisa, sia da parte della società – chiamata a intervenire su una rosa corta – sia da parte di Baroni, che dovrà imparare dai propri errori e ridare serenità a un gruppo che ha dimostrato, a tratti, di saper giocare un calcio di qualità. Ma senza cattiveria agonistica sin dal primo minuto, ogni impresa diventa proibitiva. E questa, purtroppo, ne è l’ennesima conferma.
La Lazio incappa nell’ennesimo avvio da incubo e lascia sul campo tre punti fondamentali nella corsa Champions. La sfida con la Fiorentina, terminata 2-1 in favore dei viola, è segnata da un approccio clamorosamente molle degli uomini di Marco Baroni, che subiscono due gol a freddo replicando il medesimo copione già visto nel derby. E, come allora, i biancocelesti non riescono a riprendere in mano la gara nonostante una reazione di grande orgoglio, che però non basta per raddrizzare una partita compromessa in avvio con 20 minuti disastrosi.
TRE INDIZI FANNO UNA PROVA - L’avvio del match è scioccante. La Lazio appare totalmente inesistente e lascia l’iniziativa a una Fiorentina che, seppur in un periodo negativo (soltanto due pareggi nelle ultime sei di campionato), ne approfitta con due tiri e altrettanti gol, sfiorando addirittura il tris con il palo di Gudmundsson. Una partenza horror che indirizza il resto della gara e fa emergere tutti i limiti di una squadra che, troppo spesso, sembra giocarsi le partite nei primi minuti. Proprio come accaduto nel derby contro la Roma e poi contro il Como, la partenza con handicap costa carissima agli uomini di Baroni, che subiscono come già accaduto nella stracittadina due gol nei primi venti minuti e non riescono più a rialzarsi.
SCELTA SCELLERATA - A peggiorare il quadro c’è anche la panchina corta: soltanto un difensore disponibile e alcune assenze pesanti (su tutte quella di Tavares a sinistra), mentre a centrocampo Baroni decide di tenere fuori Rovella – fondamentale per gli equilibri della squadra e che, per giunta, avrebbe potuto riposare in Europa League a causa della squalifica – schierando Dele Bashiru al suo posto. Una scelta che il tecnico biancoceleste paga a carissimo prezzo. Il nigeriano viene riproposto nuovamente in mediana, dimostrando ancora una volta di non poter ricoprire quel ruolo. Non ha assicurato protezione alla difesa né ha garantito un adeguato supporto in fase di costruzione: le conseguenze si sono viste nell’immediato, con la Lazio che ha concesso fin troppe praterie alla Fiorentina. Solo l’ingresso di Rovella, a partita ormai compromessa, ha ridato senso al centrocampo e maggior incisività alle trame di gioco, purtroppo senza riuscire a ribaltare il risultato. E nonostante il lutto familiare, il calciatore è sembrato in grande condizione e pronto a prendere immediatamente le redini del gioco della squadra biancoceleste, cambiando immediatamente il ritmo e la velocità della costruzione.
TURNOVER - A lasciare un po’ interdetti, a dire la verità, è la gestione del doppio impegno ravvicinato tra Real Sociedad e Fiorentina da parte di Baroni. Se da una parte l’allenatore della Lazio sfata il tabù di ‘coppa europea come handicap’ ma ribadisce l’ambizione sua e della sua squadra, risulta difficile spiegarsi come mai applichi il turnover nello scontro diretto contro la Fiorentina e non giovedì scorso contro la Real Sociedad, una squadra senza dubbio di valore e da affrontare al meglio, ma con una situazione di classifica da parte della Lazio confortante e con un doppio match-point qualificazione da poter sfruttare. Le mancate rotazioni in Europa lasciano strascichi evidenti nella sfida contro i viola, con una squadra biancoceleste in apnea in avvio e colpita ben due volte a freddo dagli avversari.
OCCASIONE PERSA - Sul piano tecnico, la Lazio ha prodotto tanto ma con poca precisione: due pali e una parata straordinaria di De Gea su Marusic hanno negato un pareggio che sarebbe potuto arrivare nel finale, ma che comunque non avrebbe cancellato i problemi di fondo. Se a ciò si aggiunge qualche chiamata arbitrale discutibile – su cui però c’è poco da recriminare, perché i veri errori sono da ricercare in casa biancoceleste – è inevitabile che il risultato sia una sconfitta che fa male e che complica la classifica, visto lo scivolone non sfruttato della Juventus e il rientro in corsa di Milan e Roma.
ARBITRAGGIO - La Lazio deve fare mea culpa e leccarsi le ferite per una sconfitta che pesa, ma l’arbitraggio di Rapuano è sembrato tutt’altro che all’altezza della situazione. Il direttore di gara non solo perde il controllo della partita, ma commette una serie di ‘errorini’ che pesano come un macigno sull’andamento e incidono tremendamente sul nervosismo crescente delle due squadre. La manata di Pongracic su Romagnoli, così come il mancato giallo a Beltran su Isaksen, ma non solo: sono tanti gli episodi sotto la lente d’ingrandimento e che risultano giudicati in maniera errata. Una scelta, quella di affidare a Rapuano una sfida delicata come Lazio-Fiorentina, che non ha propriamente convinto.
SOS MERCATO - Radiomercato racconta di un affare Casadei in chiusura, ma i fatti parlano chiaro e dicono che Marco Baroni aveva a disposizione una panchina ridotta all’osso, soprattutto in difesa. Certamente vedere dall’altra parte del campo un Folorunsho subito integrato negli schemi di Palladino e che ha professato nuovamente la sua fede laziale fa male e anche un po’ riflettere per quello che sarebbe dovuto essere un colpo non del mercato invernale ma già del mercato estivo. Un profilo ideale per completare un reparto che ha disperatamente bisogno di essere rinforzato, proprio come la difesa, che conta diverse defezioni e che ha bisogno anche puramente in termini numerici di nuovi elementi. La finestra invernale di calciomercato è giunta a una settimana dal gong finale e per Fabiani e Lotito è arrivato il momento della verità. Davanti a loro la possibilità di tagliare con il passato e cancellare errori fatti e rifatti, ma sostenere un allenatore e una squadra che finora hanno dato il massimo per poter continuare a sognare traguardi ambiziosi. Ora, però, è il momento di agire e fare sul serio, per dare continuità al progetto e affiancare concretamente Baroni con due colpi funzionali: un difensore centrale e un centrocampista in grado di poter supportare Guendouzi e Rovella, in attesa del ritorno di Vecino.
BESTIA NERA - Con questa sconfitta, la Lazio ha ‘regalato’ la seconda vittoria stagionale a una Fiorentina che sembrava in caduta libera, e soprattutto ha sprecato l’occasione di avvicinarsi ulteriormente ai posti che contano. La sconfitta contro i viola rappresenta un brusco campanello d’allarme: non solo per la classifica, ma anche per l’atteggiamento della squadra. Le partite dei biancocelesti sembrano troppo spesso decidersi nella prima mezz’ora, e se l’approccio è molle come ieri sera, l’esito non può che essere negativo. Ora serve una reazione decisa, sia da parte della società – chiamata a intervenire su una rosa corta – sia da parte di Baroni, che dovrà imparare dai propri errori e ridare serenità a un gruppo che ha dimostrato, a tratti, di saper giocare un calcio di qualità. Ma senza cattiveria agonistica sin dal primo minuto, ogni impresa diventa proibitiva. E questa, purtroppo, ne è l’ennesima conferma.
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Completamente d'accordo con l'articolo, anche Baroni ha i suoi limiti, non ha esperienza a certi...