Ma chi deve ringraziare Inzaghi? La sua idea buona, di mettere Milinkovic nella posizione che poteva mettere in difficoltà il centrocampo del Pescara. Che non è mai riuscito a sovrastarlo, ad avere la meglio sulla sua fisicità ciclopica.
La sua architettura tattica, fatta su misura contro Oddo, lasciando a casa il 4-3-3 d'ordinanza perché proprio con i 4-3-3 delle altre squadre il Pescara si era esaltato.
I suoi cambi: a partire da Keita, per cui la pace armata sta fiorendo forte, sempre più deciso, forse l'unico capace di strappi micidiali. Sono pochi capaci di trebbiare così le partite, lasciando dietro difensori e antiche polemiche.
O forse Felipe Anderson. Che non ha fatto molto, anzi nella prima frazione ha fatto del suo peggio, spaventato dallo spazio alle sue spalle. E poi qualcosa ha fatto, e quando Felipe fa qualcosa, spalanca un po' di cielo dentro uno stadio semivuoto.
O forse Inzaghi dovrà ringraziarsi molto, perché sta trovando compattezza, sta trovando disciplina e dedizione. Il gioco ancora no, ancora poco, troppo poco. Oggi i punti. Ma domani bisognerà pensarci, a fare di questa Lazio fuligginosa una Lazio più bella. Una Lazio che sappia sedurre ancora i suoi tifosi, la vera Lazio di Inzaghi.