Laziomania:| Che non si distrugga tutto
Quattro giorni per rovinare quanto di buono fatto fino ad ora. Gli scricchiolii uditi nella sconfitta contro il Lecce sono diventati un terremoto che si è abbattuto sulla testa di Reja e i suoi ragazzi. La batosta nel derby e la figuraccia di Bologna suonano come un campanello d'allarme a cui bisognerà subito rispondere con forza e autorità. Tutti sul banco degli imputati, perché è da tanto, troppo tempo che la squadra non reagisce, e l'incubo di uno spogliatoio non più unito sta diventando realtà.
E pensare che nei primi minuti della gara contro i felsinei sembrava filare tutto liscio come i bei tempi: subito in vantaggio con Floccari, la Lazio non ha saputo approfittare degli spazi lasciati da un Bologna in perenne crisi societaria ma capace di trasformare la rabbia in agonismo puro, mettendola sul nervosismo e creandosi i presupposti per una bellissima e meritata rimonta. Oltre al danno la beffa, perché i biancocelesti tornano dall'Emilia con la squalifica di Dias e Zarate. Il numero dieci, nervoso dal suo ingresso, ha forse pagato le critiche subite da Reia nel post derby. Un tecnico navigato come il friulano dovrebbe sapere che i panni sporchi, specie a Roma, vanno lavati in casa.
Reja ha quindi le sue responsabilità, ma di certo non è lui a scendere sul terreno di gioco e a fornire prestazioni indecenti. Sono settimane che non si vedono più le giocate di quelli che in rosa non hanno alternative, Mauri su tutti: lento e impacciato, il brianzolo è lontanissimo parente del giocatore che stregò Prandelli ad inizio anno, e nel modulo biancoceleste uno come lui è essenziale per il funzionamento dei meccanismi di attacco. Idem per Ledesma, che dopo il folgorante inizio necessiterebbe di riposo, ma l'infortunio di Matuzalem lo costringe agli straordinari.
Capitolo società: qui siamo alle solite, nessun intervento deciso a protezione della squadra, nessuna parola se non le solite di circostanza per chiudere la querelle Reja-Zarate, e la solita lentezza nel mercato rendono la squadra vulnerabile e sottoposta agli strali dei media, i quali vengono puntualmente criticati dal presidente per il modo di lavorare, non intuendo che è proprio il modus operandi della proprietà laziale a rendere il terreno fertile per polemiche e offese all'aquila. Peccato, perché siamo ad una svolta cruciale della stagione: bastava qualche innesto in rosa per potenziare una squadra ben allestita ad agosto, e ora servirebbe ripartire con umiltà e coraggio per ritrovare lo smalto perduto. Servono subito tre punti sabato prossimo contro la Fiorentina, servono per non risvegliarsi da quel sogno cullato ad inizio anno, servono per non trasformarlo in incubo. Basta solamente ritrovarsi e ripartire con lo spirito giusto e la voglia di stupire.