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    Laziomania: Baroni il normalizzatore è già da Champions, uno schiaffo a chi ha buttato fiumi di milioni come la Roma

    Laziomania: Baroni il normalizzatore è già da Champions, uno schiaffo a chi ha buttato fiumi di milioni come la Roma

    • Alessandro De Felice
    Un segno del destino. Quella che potrebbe sembrare una meravigliosa casualità, per questa Lazio guidata da Marco Baroni è la naturale conseguenza di un lavoro straordinario sull’intero gruppo. I biancocelesti perdono il loro capitano Zaccagni a poche ore dal fischio d’inizio della gara con il Genoa e trovano con il suo sostituto, Noslin, la rete che sblocca la sfida. Poi ci pensano i subentrati Pedro, a quota quattro gol nelle ultime cinque, e Vecino a mettere il sigillo sull’ottava vittoria in dodici gare. L’ennesima goleada, un’altra gara giocata all’attacco, proponendo un calcio spettacolare e offensivo. Una gara a dire il vero non brillantissima da parte dei biancocelesti, il prezzo di un tour de force con viaggi e partite ravvicinati tra casa e trasferta, ma che mettono in mostra la capacità decisionale di Baroni, non inchiodato al suo 4-2-3-1, e la maturità e versalità di un gruppo che cambia in corsa e trova la chiave per portare a casa un’altra vittoria.

    Questa volta, però, arriva il primo clean sheet stagionale in campionato, il secondo di fila dopo quello di Enschede in Europa League contro il Twente. Merito di un Provedel che sta tornando a fornire prestazione d'alto livello. L’estremo difensore chiude la porta e risponde presente, un’ottima notizia per Marco Baroni e per una squadra che gioca un calcio bello e divertente, che vale il prezzo del biglietto ed esalta i tifosi per lo spettacolo offerto.

    Se parliamo di singoli, continua a spiccare su tutti il re degli assist Nuno Tavares, che riesce gara dopo gara a seminare panico nelle difese avversarie ed essere decisivo, creando non solo pericoli ma fornendo assist (per ora siamo a 6) ai compagni, che devono ‘solo’ concludere l’azione. Ammirando questa Lazio, però, ciò che emerge è un’armonia incredibile e un’unione d’intenti tra tutti, ma proprio tutti, i calciatori della rosa vista raramente negli ultimi anni.

    In pochi mesi, Marco Baroni ha saputo non solo trasmette la sua idea di calcio, ma nel contempo valorizzare tutti gli uomini a sua disposizione. Tutti si sentono protagonisti e nessuno riserva. Un normalizzatore in grado di gestire nel migliore dei modi uomini e situazioni finora tra campionato ed Europa League. Nella sfida contro il Genoa, il tecnico toscano offre un ulteriore spunto di riflessione importante passando dal 4-2-3-1 al 4-3-3, dimostrando grande elasticità e soprattutto la capacità di cambiare in corsa senza che la sua squadra ne risenta.

    La grande chance arrivata in estate di sedersi sulla panchina della Lazio, Baroni la sta sfruttando nel migliore dei modi. Senza alibi in estate, tra mercato e situazione ambientale complessa, ma con la voglia di calarsi nella nuova realtà nel minor tempo possibile e capire spogliatoio e ambiente, con l’obiettivo di valorizzare tutti e creare un gruppo coeso, da poter utilizzare con tutti i suoi uomini negli impegni ravvicinati.

    Come dicevamo otto vittorie in dodici partite, sei nelle ultime sette. Ventisei gol realizzati. 96 occasioni, 147 cross, 120 tiri, 47 nello specchio. Numeri di una squadra che è in testa alla maxi classifica in Europa League e che viaggia alla velocità da Champions in campionato, ad un passo da squadroni costruiti per lo Scudetto come Inter e Juventus e davanti a Milan e soprattutto Roma, che in estate ha speso tre volte e mezzo quanto investito dai biancocelesti per valore di acquisto (110,6 milioni contro 32,8 milioni, dati Calcio & Finanza).

    Un’alchimia perfetta, fatta di una normalità sorprendente che contrasta i nomi altisonanti e fiumi di milioni di euro spesi in altre piazze, soprattutto sull’altra sponda del Tevere, in cui i proclami di inizio stagione fanno i conti dopo pochi mesi con una realtà per diversa da quella dipinta in precedenza. 

    Per Baroni il primo step, tra ambientamento e taglio col passato dal punti di vista tattico, è superato a pienissimi voti. Una sfida complicata in attesa di quelle all’orizzonte per una Lazio che può sognare, in silenzio, esame dopo esame, per ritagliarsi un posto in alto con lavoro, gol e risultati, senza proclami.

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