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    Laziomania: altro che triennale, questa è la sconfitta di Igli Tare

    Laziomania: altro che triennale, questa è la sconfitta di Igli Tare

    • Luca Capriotti
    Potremmo parlare a lungo di quanto sia sempre brutto perdere, specialmente in casa, specialmente in coppe europee, specialmente con una squadra di discreto livello ma nulla più, come l’AZ. Potremmo parlare a lungo di quanto Luis Alberto stia facendo bene in maniera inversamente proporzionata con Milinkovic Savic, che ha sulla coscienza le due sanguinose uscite palla sbagliate che hanno regalato 2 reti agli olandesi. Potremmo parlare a lungo della partita, dei gol sbagliati, ma qui i tema veri e reali sono due. Uno riguarda Immobile.  E l’altro Sarri. Ma il problema mica è questo. Il problema è Igli Tare.  

    SOSTITUTO IMMOBILE - Il vero tema di Lazio-AZ corrisponde al tema dell’intera stagione della Lazio (e degli ultimi anni): i nostri fuoriclasse in generale non hanno mai avuto reali sostituti. Pensateci: il trio Milinkovic Savic, Luis Alberto ed Immobile non ha mai avuto veri competitor. Nemmno costruiti e cresciuti alla loro ombra, niente di niente. Vecino poteva forse e potrebbe rivendicare un ruolo sostitutivo in tal senso, ma in realtà tra la posizione di regista e un ritorno dai Mondiali iper opaco si è fatto rifregare il posto dallo spagnoletto terribile. 

    PROBLEMA DI SEMPRE - Immobile, in realtà, ha bisogno di un sostituto. Bisogna scriverlo chiaramente anche se sembra lapalissiano, chiaro, trasparente. Ieri con una punta di qualsiasi livello e maniera la Lazio non perdeva. Perde perché non stava giocando con uno con la cattiveria di un attaccante, i movimenti di un attaccante, la voglia di segnare di un attaccante, l’istinto di un attaccante. Di fatto, ha perso perché non ha un sostituto di Immobile di ruolo attaccante. Felipe Anderson ha grande qualità, disponibilità, sacrificio, e a volte fa bene, a volte benissimo, sempre va lodato per la sua grande applicazione in una roba che non lo dovrebbe riguardare. Solo che ha sto difetto. Non è un attaccante. E questa deficienza della rosa non è colpa di Sarri, non è colpa nostra, non è colpa di Felipe e forse nemmeno di Immobile. Le scelte di mercato sono figlie di una sola strategia di lungo termine che non ha previsto che, ad un certo punto, l’anagrafe, un po’ di sfortuna, qualche ricaduta avrebbero richiesto un pegno ad Immobile dopo anni di super lavoro e overperformance. Pensate che strano, era così difficile da prevedere? Dico, per l’ennesima stagione su 3 fronti, con la rosa ridotta a Romero? L’intervista di Igli Tare che dice che la rosa è più che sufficiente è una roba che non sta né in cielo né in terra in una notte in cui devi giocare con Felipe Anderson centravanti. Rileggete con calma. Sembra strano, come a dire che sotto di noi c’è una terra solida o il campo di calcio è fatto di erba. Ma purtroppo perfino le cose macroscopiche passano di moda se si ripete sempre altro. Diciamolo chiaramente: Tare può ripetere all’inverosimile che la rosa è completa, ma questo non lo renderà vero. La verità è che ha preso il terzino sinistro a gennaio e non era in grado evidentemente nemmeno di fare 10 minuti con l’AZ, e che l’attaccante di riserva è un esterno che non è mai stato un goleador, nemmeno nel suo ruolo. Questa è la verità, il resto propaganda personale. 

    I CAMBI - L’altro tema però sembra un po’ in contraddizione. Si chiama Maurizio Sarri. Lo sapete, se mi avete già letto, che sono un credente, e veramente penso che questo sia un allenatore importante per la Lazio. Nello stesso tempo, sono anche un osservatore, e credo che sia onesto nei vostri confronti dirci serenamente che, in una notte europea, dopo aver giocato una gara fondamentale, non può reggere ad alti ritmi. Ok, giusto mettere i titolari, onoriamo la competizione. Ma su 5 cambi, è proprio necessario farne solo 3? Davvero Pellegrini non può fare manco 10 minuti? Davvero Romero non poteva rincorrere il molle palleggio olandese di fine partita, umiliante all’inverosimile fatto su attaccanti stanchi e spompati? Davvero bastano 3 cambi, e dietro non ce ne sono altri? Il tema è interessante, Sarri dice che ha usato tantissimi giocatori ed è vero, ma questa notte forse era il caso di utilizzare tutti i cambi. Ok, la mentalità olandese è diversa, ti piazzano in campo la punta della Youth League e tu non metti Romero. Non vogliamo arrivare a Crespi, ci mancherebbe, però forse almeno dare fondo a tutte le chance, giusto per far corricchiare qualcuno che sta giocando meno, oppure giusto per provare a fare qualcosa negli ultimi 20 minuti che non sia frustrante, poteva essere un’idea. Idea che a Sarri non è venuta o non è piaciuta. Ok, ha la rosa ridotta all’osso, non ha grandissime alternative, però in notti come queste gli torna un po’ il braccino antico, dei tempi di Napoli. Tanta onestà vi dovevo, ma tenendo fermo il punto che sta facendo un mezzo miracolo, è in piena lotta Champions sempre con gli stessi giocatori, sempre senza davvero grossi sostituti all’altezza. Tanto vi dovevo, al netto di una sconfitta che lascia tutto aperto, e di una riflessione seria che andrebbe aperta sul futuro dirigenziale di questa squadra, altro che triennale.

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