Lazio, Zarate:| Prendi esempio da Candreva...
L'unico neo di una partenza sprint è ancora lui, Mauro Zarate. Il talento argentino, il giocatore che nel suo primo anno biancoceleste ha incantato i tifosi laziali, non c'è più. Il suo sorriso è ormai spento, l'operazione recupero dopo il fallimento interista sembra già ai titoli di coda. L'esclusione dalla trasferta di Pescara è dolorosa e fa riemergere vecchi problemi caratteriali. D'accordo, Zarate ha avuto poco spazio finora, è stato impiegato col contagocce, ha giocato solo una partita dall'inizio (quella col Genoa), però è certo che, quando Maurito non sente fiducia attorno a lui, molla invece di lottare come fanno i giocatori di personalità.
Antonio Candreva ad esempio è arrivato tra i fischi per la sua fede giallorossa, li ha trasformati in applausi con il grande impegno e ora è un idolo della curva Nord. Lui, invece, si abbatte, si intristisce, non capisce che in questo momento deve lavorare di più e meglio per conquistare un posto in squadra. Petkovic non ha perso tutte le speranze, la maggioranza dei tifosi sì: anche i più irriducibili, non riescono più ad aggrapparsi al passato, a quei gol ormai ingialliti dal tempo, a quei dribbling che infiammavano l'Olimpico, tutti considerano l'epilogo vicino magari già a gennaio se ci fosse un acquirente di livello.
A questo punto Zarate ha due possibilità: o si rilancia nei prossimi due mesi, spalma il suo ingaggio in modo da poter anche trovare più facilmente una nuova squadra, oppure resterà un anno e mezzo a Roma a fare il pensionato d'oro con la prospettiva di andare a scadenza di contratto nel 2014 a soli 27 anni. Ma dopo quattro anni di nulla troverà un club pronto ad accoglierlo a braccia aperte? Difficile, meglio scalare posizioni e dimostrare davvero di voler essere ancora protagonista a Roma.
(Il Tempo)