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Lazio, Vecino: "Ero quasi del Galatasaray. Sarri mi ha cambiato la carriera, con Baroni..."
Il centrocampista uruguaiano ha concesso una lunga intervista a Lalaziosiamonoi.it nella quale ha toccato vari temi: ecco alcuni estratti.
COSA GLI STA DANDO LA LAZIO - "Davvero tanto. CI siamo incontrati in un momento in cui sono stato fuori un anno per un problema al ginocchio e giocavo pochissimo. È stato veramente difficile. Sarri mi ha voluto qui, dall’inizio è stato subito molto bello. L’anno scorso magari si è notato di più perché ho segnato tanto, ma anche la mia prima stagione qui è stata straordinaria. Penso di aver dimostrato di avere una certa costanza e regolarità, sono felice perché era quello che volevo. Volevo proprio far vedere di essere un calciatore ancora valido e affidabile".
IL GOL IN LAZIO-INTER 2-3 DEL 2018 - "Se me l'hanno detto? Sì assolutamente, soprattutto nei miei primi giorni qui. Era giusto così (ride, ndr). Spero piano piano di ripagare tutti, già il primo anno ci siamo qualificati in Champions. Alla fine si vedrà".
GUENDOUZI E ROVELLA: QUANTO SONO CRESCIUTI - "Davvero tanto. Matteo (Guendouzi, ndr) aveva già diversa esperienza visto che ha girato un po’ di squadre importanti come Marsiglia e Arsenal. È stato più volte anche in Nazionale. Credo che Nico (Rovella, ndr) invece sia quello che è cresciuto di più rispetto al giocatore che era prima di arrivare alla Lazio. Sono entrambi importanti per noi, il presente e anche il futuro di questo club. Nel mio ruolo cerco di aiutarli sia quando sono in campo con loro che fuori. Se gli posso dare qualche consiglio o noto qualcosa, sono sempre a disposizione".
SARRI - "Quanto mi ha dato come allenatore? Tanto, soprattutto a Empoli. Mi ha cambiato la carriera. Io non avevo ancora trovato continuità, poi lui mi ha disegnato un ruolo e insegnato tante cose a livello tattico. È stato il primo anno in cui ho fatto 40 partite di fila e tutte dal primo minuto. Da lì sono tornato alla Fiorentina già pronto per fare il titolare. Sarri mi ha voluto diverse volte a Napoli, poi ci siamo ritrovati qui alla Lazio e mi ha dato la possibilità di rivalutarmi come giocatore affidabile".
LA LAZIO DA SARRI A TUDOR A BARONI: QUANTO E' CAMBIATA IN UN ANNO E MEZZO? - "È cambiato parecchio, parliamo di allenatori e persone diverse. Ai tempi di oggi comunque un calciatore deve sapersi adattare a diverse situazioni e richieste. Ci vuole sempre un po’ di tempo per cambiare metodologie e allenamenti, ma credo che lo stiamo facendo molto bene. Mister Baroni è una persona semplice, molto diretta con i suoi concetti, che si fida molto dei calciatori e li ascolta. Noi siamo contenti, credo che da fuori si veda che c’è un bell’ambiente di grande unione, dove tutti ci sentiamo importanti. Giocando ogni tre giorni questo è fondamentale".
CHE ALLENATORE E' BARONI - "A livello di campo vuole una squadra più verticale rispetto all’idea di Sarri. Baroni vuole attaccare subito, mettere gli esterni nell’uno contro uno e creare difficoltà agli avversari. E noi abbiamo giocatori che fanno la differenza sulle fasce. Poi è un allenatore che vuole arrivare con tanta gente in attacco, non vuole coprirsi per paura di prendere una ripartenza. Dobbiamo sempre aggredire ed essere una squadra che propone e trasmette qualcosa alla gente. Credo che per il momento ci stiamo riuscendo. Chi vede da fuori questa Lazio si diverte, al di là del risultato, fino all’ultimo è una squadra che cerca sempre la vittoria, nonostante gli errori".
ERA QUASI DEL GALATASARAY - "Il grande problema è che ho un amico, Fernando Muslera, a cui manco tanto. E visto che non ci vediamo più in Nazionale prova sempre a portarmi là in Turchia (ride, ndr.). È stato un periodo dell’anno scorso, il Galatasaray aveva fatto un’offerta alla Lazio e sembrava potesse concretizzarsi, ma poi alla fine sono rimasto qui. Era anche l’ultimo giorno di mercato, era complicato. È andata così come doveva andare. Con Muslera ci vediamo sempre in Uruguay quando ci sono le vacanze (ride, ndr)".
FUTURO DOPO IL RITIRO - "Diventare allenatore? Sì, è una cosa a cui penso. Mi piace il calcio, guardo tante partite, ma la vita che fanno gli allenatori non è semplice. Li vedo troppo stressati, soffrono, non so se è quello che vorrei. Sicuramente nel calcio farò qualcosa perché è quello a cui ho dedicato tutta la mia vita. Non so se farò proprio l’allenatore, magari tra qualche anno cambio idea".
CONTRATTO IN SCADENZA: PENSA A RIMANERE ANCORA ALLA LAZIO? - "Sinceramente ancora no. In questo momento della mia carriera cerco di godermi il momento perché non so ancora quanti anni giocherò. Lo stesso vale per Pedro. Noi stiamo bene qui, ci stiamo divertendo, ma il calcio cambia molto velocemente, soprattutto per i risultati. Quello che pensiamo oggi tra qualche mese potrebbe essere totalmente diverso. Io mi sento bene da quando sono arrivato qui alla Lazio, per quello che sarà l’anno prossimo vedremo. Ancora non lo so".