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Lazio, una rosa lunga e corta allo stesso tempo: il paradosso di Lotito che complica il mercato
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La Lazio vive in un paradosso. Tra mercato bloccato da vincoli di bilancio e la flessione nel rendimento delle ultime settimane, si ragiona su possibili innesti per la rosa di Baroni, che però al momento, guardando solo i numeri, è già sovrabbondante. 26 giocatori compongono una rosa corta? Dipende. In questo momento a Formello, sì. Perché tra infortuni, squalifiche e giocatori fuori lista ci sono comunque ruoli con ricambi sovrabbondanti e altri scoperti, nonostante la grande duttilità di tattica degli uomini a disposizione del tecnico biancoceleste.
DIFESA – Nel reparto arretrato, i giocatori di movimento sono nove. Tra i centrali di difesa c’è fuori Patric al momento, ma le gerarchie sono chiare tra gli altri 3 a disposizione. Tra i terzini invece, con Lazzari out per un problema al ginocchio, è stato reintegrato Hysaj. Il terzino albanese era in lista ad agosto, poi è stato tagliato ed è rimasto in tribuna sia in campionato, sia in Europa. Ha rigiocato (molto bene) una partita, dopo 3 mesi di soli allenamenti, in Coppa Italia a dicembre e ora si ritrova come unico cambio di Marusic. È contemporaneamente sia un esubero, quindi sul mercato, sia una pedina quasi indispensabile ora per Baroni. CENTROCAMPO – La zona di campo più problematica da gestire in questo momento della stagione per il tecnico della Lazio è però quella mediana. Di fatto ci sono solo Guendouzi e Rovella, costretti agli straordinari da oltre un mese. Vecino resterà fuori almeno fino a fine mese. Castrovilli (che in teoria potrebbe fare anche il trequartista) ha giocato col contagocce da inizio anno a causa dei problemi fisici che lo tormentano. L’ex viola è stata la scommessa persa dell’estate scorsa di Fabiani e Lotito. È sul mercato, ma non ha offerte concrete. Occupa posti in lista, pesa a bilancio e di fatto non è un elemento utile nelle rotazioni. Un altro paradosso. C’è poi il jolly Dele-Bashiru, impiegabile come mezzala o come vertice avanzato (Baroni per ora non lo ritiene ancora pronto tecnicamente per giocare nel tandem davanti alla difesa), ma non basta. Infatti la società sta cercando di prendere uno tra Belahyane, Fazzini e Casadei; nessuno dei quali però può arrivare se prima non parte qualcuno, a causa dell’indice di liquidità. La cessione di Basic (o di un altro) lo sbloccherebbe. Anche il croato però, visto che di squadre interessate a lui ce ne sono poche, per ora è stato reinserito in lista per il campionato.
ATTACCO – Con l’arrivo di Arjion Ibrahimovic paradossalmente la Lazio è andata ad aggiungere una pedina in più nell’unica zona di campo dove c’era già abbondanza. Pedro rientrerà domenica a Verona dopo quasi un mese di stop per infortunio. Ma di ali in rosa i biancocelesti ne hanno a bizzeffe. Con Zaccagni, Tchaouna e Isaksen quelli di ruolo sono 5 adesso, cui si potrebbero aggiungere all’occorrenza, come peraltro già avvenuto in stagione, Noslin (anche lui di nuovo a disposizione dopo i problemi fisici delle ultime settimane), Dia (altro jolly per tutto il reparto, dalla trequarti al centravanti) e persino Nuno Tavares. I primi due peraltro sono anche le alternative a Castellanos.
AUTOGOL – Eppure, con tutti questi pezzi a disposizione, la macchina biancoceleste è ancora incompleta. A fine sessione invernale, se non saranno trovate sistemazioni per tutti, Baroni dovrà operare dei tagli, mettendo sostanzialmente fuori rosa qualcuno. Perché se Ibrahimovic non occupa posti, essendo Under 22 (e come lui neanche Tchaouna, il terzo portiere Furlanetto e i Primavera aggregati di tanto in tanto), tutti gli altri invece sì. E sono troppi. Nessuno dei quali è un prodotto del vivaio biancoceleste (la Lazio ha 4 posti non sfruttati per poter allungare la lista, ennesimo paradosso). Prima o poi gli infortunati torneranno a disposizione. E anche se non lo facessero, la lista può essere cambiata comunque solo fino al 3 febbraio. Poi diventerà definitiva fino a giugno. Ecco perché nonostante i 26 giocatori, la rosa continua ad avere delle falle. Un autogol incredibile in vista della seconda parte della stagione, decisiva sia per il piazzamento in Serie A, sia per il cammino nelle Coppe. Un paradosso gestionale per chi come Lotito fa della spesa oculata e degli investimenti mirati delle risorse uno dei propri cavalli di battaglia da oltre 20 anni.
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