Per mantenere l’attuale posizione e continuare a sognare, del resto, è giusto guardare ai problemi della squadra. Dato per scontato l’innesto di un centrale difensivo – chiesto da Pioli e promesso dal direttore sportivo Igli Tare – e sperando in cessioni poco dolorose per rientrare nei parametri del fair play finanziario sempre ricordati dal presidente Claudio Lotito, la sfida del Meazza ha confermato un’altra lacuna della rosa biancoceleste: Filip Djordjevic - secondo Il Tempo - non è e probabilmente non sarà mai un bomber di razza, ma al momento è l’unico attaccante affidabile a disposizione di Pioli. Il serbo, è vero, non segna da 5 partite e ha realizzato una sola rete nelle ultime 9 giornate, mancando malamente l’occasione creata da Anderson nei minuti finali della partita contro l’Inter. Ma almeno corre, si batte, apre spazi ai compagni e aiuta la squadra anche in fase difensiva. A volte non è abbastanza, è vero, ma sempre meglio del contributo garantito da Klose in questi primi 4 mesi, vale a dire tre punti contro il Torino. Perché gli altri due gol segnati dal tedesco sono arrivati contro un Cagliari «dormiente», sceso in campo all’Olimpico solo nella ripresa, come sottolineato sarcasticamente dall’ex Zeman. E allora – mettendo in conto anche i fastidiosi mal di pancia dell’uomo dei record, frustrato per le continue panchine (finora solo 5 presenze da titolare su 16 gare) – per la Lazio sembra davvero arrivato il momento di salutare il mito Klose col suo contratto pesante da 2 milioni netti (4 lordi) a stagione e cercare un’alternativa valida a Djordjevic. O meglio ancora un nuovo titolare.