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    Lazio, senti Scuffet: 'Attenti al Cluj, biancocelesti favoriti ma non sarà facile. Il mio futuro in Italia...'

    Lazio, senti Scuffet: 'Attenti al Cluj, biancocelesti favoriti ma non sarà facile. Il mio futuro in Italia...'

    Il portiere del Cluj, l'ex Udinese Simone Scuffet, ha parlato a Sky Sport in vista dell'incrocio in Conference League contro la Lazio in programma a febbraio: 

    "Siamo pronti a stupire. Daremo tutto. Loro sono favoriti, ma dovranno stare attenti. Noi daremo il massimo e proveremo a sfruttare ogni occasione. La palla è rotonda e se uno sbaglia l’approccio alla partita... Può succedere di tutto".

    PROVEDEL - "Ci conosciamo da tanti anni. Ci siamo allenati insieme all’Udinese, lui era in Primavera, mentre io ero ancora negli allievi. Siamo cresciuti nella stessa zona, sia con lui che con Meret e Vicario. Ci lega una bella amicizia. Gli chiederò la maglia a fine partita".

    MERET - "Passavamo giornate ad allenarci insieme . Poi siamo passati entrambi all’Udinese e abbiamo fatto fatto tutta la trafila delle giovanili. Ci siamo sentiti l’altro giorno subito dopo i sorteggi, c’è un ottimo rapporto. Spero di affrontarlo in futuro, magari dopo aver battuto la Lazio".

    ROMANIA - "Sono rimasto stupito dalla città, mi ha sorpreso in tutto, non solo dal punto di vista calcistico. Posso dire che sono di nuovo felice".

    RICORDI - "È stata una sorpresa anche per me, soprattutto perché non avrei dovuto giocare. Successe tutto in pochi minuti. Da lì in poi è stato un crescendo di cose belle, una grande partita contro l’Inter, poi la Nazionale... Mi ricordo la prima volta che vidi Buffon, non volevo crederci. Gli chiesi la maglia, ma l’ho fatto ogni volta che ci siamo incrociati e lo farei anche se ne avessi già cento. È stato ispirazione, riferimento e guida. Prima dalla televisione poi da compagno in Nazionale".

    NUOVE SICUREZZE - "Sono state scritte tante cose sbagliate, non vere. Come quella dell’Atletico Madrid. Poi uno prova anche a smentire o chiarire la situazione, ma ormai la gente ha un’idea ed è difficile cambiarla. Io penso di essere stato trattato in un modo diverso dagli altri. Già quando avevo 18 anni c’era la pretesa che non sbagliassi mai, come fossi un fenomeno che non poteva fare errori. Invece ne ho fatti, ma credo faccia parte di un percorso. Credo che tutto il contesto non mi abbia aiutato, lo vedevo anche quando andavano fatte delle scelte. Ma non sono qui a cercare alibi".

    FUTURO IN ITALIA - "Seguo e guardo il campionato, ma so che ogni cosa che verrà in futuro passerà dalle mie prestazioni qui. Sto benissimo e non vedo l’ora di poter aiutare la squadra".

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