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Lazio, c'è un problema terzini: interpreti adattati, rotazioni e un nuovo pupillo per Sarri
ALTRE PREFEREZE - A sinistra l’arrivo di Pellegrini era stato accolto positivamente dall’allenatore, ma si è trattato comunque di un piano B. Il tecnico toscano aveva espresso altre preferenze inizialmente. Parisi era il primo della sua lista e la prestazione di lunedì sera al cospetto di Zaccagni e Pedro ha ben mostrato il perché. I 10 milioni chiesti dall’Empoli per il suo cartellino avevano spaventato Lotito (ma non Commisso), che aveva quindi virato su Kerkez, salvo poi fare dietrofront quando la concorrenza del Bournemouth in Premier aveva fatto lievitare il prezzo fino quasi a 20 milioni di euro. Tramontati questi due profili il valzer di nomi alternativi è stato estenuante tra luglio e agosto. L’ex Primavera della Roma aveva un vantaggio rispetto a tutti gli altri: aveva già lavorato con Sarri e il resto della squadra nei mesi precedenti. Per questo alla fine i biancocelesti hanno optato per lui, inserendolo nell’operazione con la Juventus per Rovella e dilazionando il pagamento del riscatto obbligatorio. Ambiente favorevole (visto che è pure tifosissimo laziale) e conoscenza degli schemi avrebbero dovuto favorirlo. Invece Pellegrini si è dovuto accontentare di qualche spezzone a inizio anno, una sola chance da titolare, contro l’Atletico Madrid, durata però solo 38 minuti a causa di un infortunio, e tanta, tanta panchina. Mai preso in considerazione nelle ultime sette gare, tra campionato e coppe: Sarri ha detto che è stata una scelta dovuta alle caratteristiche degli avversari. In altre parole, serviva una riserva che avesse le stesse qualità di Marusic in entrambe le fasi. Pellegrini invece, per stessa ammissione del mister, ha qualche difetto da limare nella tenuta della marcatura. Una situazione simile peraltro a quella sull’altra fascia.
ADATTATI - Con Lazzari la Lazio spinge sull’acceleratore più che con Hysaj. Entrambi non sono dei gran finalizzatori in fase offensiva, ma l’ex Napoli – considerato un fedelissimo dell’attuale allenatore biancoceleste, proprio perché lo ha avuto con sé anche all’ombra del Vesuvio – è più bravo a tenere l’uomo (fatta salva la debacle totale di Rotterdam, dove è crollato come tutto il resto del reparto). Tant’è che Sarri lo considera quasi un jolly, avendolo impiegato spesso su entrambi i lati. Di fatto è proprio il terzino albanese l’unico ritenuto perfettamente adatto al sarrismo. Gli altri sono adattati, qualcuno meglio (Marusic) altri con più fatica (Lazzari e Pellegrini). E così anche le scelte nelle rotazioni vengono condizionate. A sinistra evidentemente molto più che a destra, dove su 13 partite sei volte è partito titolare Hysaj e sette Lazzari; ma sempre con l’attenzione rivolta al tipo di avversario, non per la possibilità di scegliere liberamente chi stesse meglio. In futuro il mercato potrebbe rimescolare le carte. Marusic è tentato dall’Arabia e la Lazio lavora sotto traccia per Valeri, che a giugno si libererà a 0 dalla Cremonese. È un altro profilo gradito e indicato da Sarri (ammesso che sarà ancora lui sulla panchina biancoceleste l’anno prossimo), che per ora si deve però accontentare di quello che gli è stato messo a disposizione.