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    Lazio, Isaksen è sparito: 12 milioni di dubbi, i motivi delle scelte di Sarri

    Lazio, Isaksen è sparito: 12 milioni di dubbi, i motivi delle scelte di Sarri

    • Tommaso Fefè
    "Io amo Felipe Anderson, quindi lo metterò sempre". Basterebbero queste poche parole di Sarri, nella conferenza stampa post Lazio-Fiorentina, per spiegare il basso minutaggio di Gustav Isaksen in questo avvio di stagione. Non che dall’altra parte le cose vadano meglio, con Pedro che ha giocato solo un quinto dei minuti disputati invece da Zaccagni (poco più di 200 contro 1000, in tutte le competizioni). Ma lì almeno c’è la parziale giustificazione dei guai fisici dello spagnolo a inizio stagione. Dei nuovi acquisti estivi invece finora l'attaccante esterno danese costato 12 milioni più bonus fino ai 16, è quello che si è fatto vedere di meno. Avere davanti uno come Pipe certo non aiuta a ritagliarsi spazio, ma oltre l'amore incondizionato del tecnico c'è anche qualcos'altro che sta rallentando l'inserimento del classe 2001 nelle rotazioni.

    MINUTAGGIO - Da dopo il pari all'Olimpico contro il Monza - unica partita da titolare dell'ala danese, in campo comunque solo 55 minuti - il minutaggio di Isaksen, arrivato in estate per 12 milioni di euro dal Midtjylland, è stato di appena 53 minuti totali in sei partite. Nelle ultime tre, tra Champions e Serie A, non si è nemmeno alzato dalla panchina. In allenamento segnali di crescita ci sono, per questo ci si aspettava un suo impiego contro la Fiorentina, ma Sarri evidentemente non lo ritiene ancora pronto per concedergli una nuova chance. Men che meno in una partita tirata, come quella di lunedì scorso.

    MOTIVI - Con i brianzoli Isaksen era apparso un pesce fuor d’acqua, ma pagava ancora un non perfetto feeling con tutta la catena di destra biancoceleste. Lo stesso tecnico toscano aveva peraltro già detto a più riprese che lo vedeva in sofferenza fisica per l’adattamento climatico, visto lo sbalzo termico dal fresco della Danimarca al caldo torrido di Roma tra agosto e settembre. In più – e questa è la spiegazione tattica, dopo le attenuanti generiche di ambientamento – confrontando le heat map non c’è paragone con la copertura di campo che garantisce Felipe Anderson rispetto a Isaksen. Quest’ultimo è giocatore da ultimi 30 metri, dove può sprintare e spaccare le difese con i dribbling nello stretto. Il brasiliano invece, oltre alle qualità nell’un contro uno, offre un supporto anche in fase di ripiegamento, che almeno per adesso Sarri non può chiedere anche al nuovo arrivato. Il prossimo trittico Bologna-Feyenoord-Roma offre ora una nuova finestra per qualche rotazione in più. Vista però la delicatezza delle partite (soprattutto le ultime due) e le caratteristiche delle avversarie, è verosimile ipotizzare che una nuova occasione dall’inizio per Isaksen possa arrivare direttamente dopo la sosta.

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