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Lazio, Luiz Felipe: 'Thiago Silva il mio idolo, potrei scegliere Nazionale italiana'
Sugli inizi della carriera e il rigore sbagliato contro il Milan: "La mia carriera è iniziata della squadra della città in cui vivevo. Un giorno affrontammo in amichevole l’Ituano, ero il più giovane della formazione: erano tutti 1993 o 1994, ho giocato solo 8 minuti ed il Presidente Paulista mi osservò e mi volle per forza nel suo club. Sono arrivato dunque all’Ituano facendo tutta la trafila nel Settore Giovanile, poi a 18 anni sono riuscito anche a debuttare in prima squadra. L’errore dal dischetto ci può stare, sbaglia solo chi non calcia: la vita deve andare avanti. Nel match di Coppa Italia con il Milan stavo bene e sentivo di poter andare dagli undici metri per calciare il penalty, ma non sono riuscito a segnare".
Sugli obiettivi: "La Lazio per me è tutto, è la squadra che mi ha aperto la porta per mostrare il mio calcio ed il mio valore: devo restare qui tanti anni perché mi piace molto Roma e voglio continuare ad indossare la maglia biancoceleste dando il massimo per quest’ultima. Noi brasiliani ci frequentiamo spesso, ci piace stare a casa. Sto lavorando e la Nazionale è un mio obiettivo, ho la doppia nazionalità e tengo in considerazione anche l’Italia: sia mia madre che mio padre hanno origini italiane".
Sulla stagione della Lazio: "Ora abbiamo una settimana di sosta e dobbiamo recuperare delle energie per affrontare le prossime 9 partite come 9 finali. Il passato è passato, dobbiamo essere concentrati per centrare il nostro obiettivo, ovvero la qualificazione per la prossima edizione della Champions League; voliamo fare grandi cose anche in Europa League. Nel calcio tutto è possibile, dobbiamo vincere più gare possibili per arrivare nella massima competizione europea: noi dobbiamo pensare solo a dare il massimo, poi al termine della stagione vedremo dove saremo arrivati. Le gare di campionato sono più tattiche, mentre in Europa League si può giocare più liberamente".
Sugli avversari più forti e il modello: "Ho affrontato tanti calciatori forti, ma la squadra vanta sei difensori molto forti: finora Mandzukic e Pavoletti sono stati gli avversari più pericolosi. De Vrij mi aiuta sempre, mi indica cosa fare: a me piace ascoltare le persone più esperte e più grandi di me. Il mio esempio? Thiago Silva su tutti. Prima giocavo sempre a sinistra o a destra, ora vengo spesso schierato come centrale, ma non c’è alcuna differenza per me: provo a farmi trovare sempre pronto per la Lazio e per il mister. Il tecnico mi ha sempre spronato e mi ha aiutato tanto, insieme a tutto lo staff. Lucas Leiva è un leader per noi: è come un papà per me".