Lazio, Lovati junior: 'L'Academy per mio padre? Se lo merita'
Stefano Lovati, oggi ortopedico di fiducia della Lazio, in un'intervista al Corriere dello Sport parla del padre Roberto, ex campione biancoceleste a cui è stata recentemente intitolata la nuova Academy. 'Sono contento, questa onorificenza se la meritava: del resto lui è stato anche allenatore della Primavera - le sue parole -. Ero stato avvisato dalla società della creazione di questo evento e della votazione. Quando il presidente Lotito ne ha svelato l'esito ho provato un'emozione molto forte. Papà competeva con figure storiche come Piola, il bomber per eccellenza, come Maestrelli e Chinaglia. Lui è stato nelle retrovie come personaggio mediatico, partiva da outsider rispetto a Tommaso e Giorgio. Non me lo aspettavo... Ha vissuto la storia della Lazio per più di mezzo secolo. Era venuto dal Nord: non è nato laziale, lo è diventato. La Lazio non l'ha mai abbandonata pur avendone avuto l'opportunità. Non ha cambiato bandiera, ha rifiutato remunerazioni più alte. E' stato un amore mai tradito, ha fatto da trait d'union tra le varie gestioni, tra i giocatori; è stato un riferimento per tutti, non solo per la società, ma anche per i giovani che arrivavano nella Lazio. Durante l'era Cragnotti era il capo degli osservatori, girava il mondo, viveva più in aereo che a casa. Tempo fa, prima della sua scomparsa, mi fece vedere un foglio: c'erano alcuni nomi annotati negli anni passati, adesso non li ricordo. Erano calciatori europei, li aveva seguiti, li aveva reputati interessanti. Nel frattempo erano esplosi a livello internazionale: era un grosso conoscitore di calcio, i potenziali campioni li vedeva subito. Papà parlava molto con le famiglie dei ragazzi, spiegava loro che il calcio non era tutto nella vita, che una via d'uscita bisognava sempre averla. E consigliava ai ragazzi di proseguire gli studi, di imparare anche altri mestieri, non solo di buttarsi a capofitto nel calcio, perché a un certo punto puoi voltarti e rischi di rimanere privato della vita'. 'Lunedì, a Formello, mi hanno fermato due ragazzi della Primavera: si sono avvicinati, mi hanno abbracciato, mi hanno ringraziato, i nonni o i padri gli avranno detto qualcosa di grandioso di mio padre - ha proseguito Lovati -. Con Lotito abbiamo parlato, mi ha spiegato il progetto dell'Academy: è molto bello, è molto serio, all'avanguardia. Sono convinto che il presidente volesse bene a papà, non entro nel discorso aziendale: era molto contento per l'esito della votazione, questo è sicuro, me lo ha dimostrato. Ho letto sincerità nei suoi occhi, mi sbaglio raramente in queste cose, ho un po' l'occhio clinico. Quando Lotito ha detto che il suo rammarico è non essere entrato nel cuore dei tifosi, credo che sia stato sincero. In questo momento penso abbia voglia di riavvicinarsi alla gente, e spera che la gente si riavvicini a lui. L'Academy può essere un inizio, un momento utile per far capire che qualcosa si sta muovendo anche in questa società'.