Lazio, Lotito rientra in gioco:| E parla a ruota libera
Figc, mercato, campionato, scudetto, allenatore e anche la dirigenza. È un Claudio Lotito a 360 gradi quello che va in scena ieri. Il presidente biancoceleste è raggiante. Per le ultime vittorie, certo. Ma il motivo che ieri lo spinge a pensare positivo è l'annuncio da parte di Gianni Petrucci della sospensione dell'art. 11 del codice etico (lo stop dei dirigenti sportivi condannati), decisione che gli darà nuovamente la possibilità di partecipare al Consiglio federale delle Figc e già da oggi potrà sedersi al tavolo delle riunioni: 'Non ci sono né vincitori né vinti in questa storia. Io sono un uomo delle istituzioni e come tale, anche in altre situazioni ben più gravi, ho sempre accettato di buon grado tutto quello che mi è stato rappresentato dalle istituzioni', spiega lui. Così, soddisfatto, toglie il freno a mano.
Va a ruota libera e parla del 'Progetto Lazio'. La frase più importante per il futuro dell'organico societario la pronuncia a fine intervista (ma l'annuncio era già arrivato poche ore prima al Processo di Biscardi), quando si parla del grande escluso dalla lista Uefa: quel capitan Rocchi che seppur è rimasto fuori dai progetti europei di Petkovic ed è stato tra i nomi caldi del calciomercato in uscita, ha di nuovo manifestato il suo amore per la maglia biancoceleste. 'Per Floccari e Rocchi - racconta Lotito - c'erano state richieste da almeno sei società. Se Tommaso andrà via a gennaio? Chiedetelo a lui, abbiamo rispetto per Rocchi, ma nella vita ci sono vari momenti: lui ora ha un suo ruolo, un po' come Del Piero lo scorso anno, svolge comunque una parte attiva nello spogliatoio e poi abbiamo già preso un impegno con lui: inserirlo in futuro nei quadri della società'.
A Lotito, del resto, piace il gruppo. È felice per i risultati raggiunti finora, ma non vive di facili entusiasmi. 'Se saremo protagonisti in campionato - spiega a SkySport24 - lo vedremo, ma la squadra è unita, ha voglia di giocare e di fare bene. Tutto il merito è di Petkovic'. Il bosniaco ha come obiettivo centrare la Champions. Dopo averla sfiorata due anni di seguito, ora vuole entrare nell'Europa che conta. Ma non parlate di scudetto: 'Non vendo sogni, ma solide realtà - dice il patron, imitando il noto slogan di Roberto Carlino -. Faccio considerazioni legate al gioco della squadra: non dobbiamo esaltarci né abbatterci, ma abbiamo tranquillità. Petkovic riesce a tirare fuori da ogni giocatore il massimo. Scudetto? Sarebbe illogico parlarne alla seconda giornata di campionato. Il campionato di quest'anno è particolare e difficile, fare previsioni è sbagliato, viviamo alla giornata consapevoli di avere un grande organico, ma anche consapevoli che possono verificarsi certi eventi, speriamo di non perdere i nostri obiettivi per un niente come avvenuto gli scorsi anni. La speranza è l'ultima a morire, noi possiamo sperare di fare bene, ma non abbiamo la certezza dei risultati, auguriamoci che la squadra prosegua così, coesa e determinata'.
Lotito è fiducioso, anche perché conta su un Petkovic con 'le idee chiare' e un super Klose 'che a 34 anni simostra di essere valido e crede nel nostro progetto'. Si è da pochi giorni chiuso il calciomercato. La Lazio ha portato a Formello Ederson e Ciani, più il riscatto di Candreva. Alcuni hanno criticato Lotito per non aver effettuato una campagna acquisti di alto profilo. Lui si difende: 'Le persone hanno una visione del pallone, non del calcio, distorta: quella secondo cui più spendi, più vinci. Noi invece crediamo che con gli sforzi si possano raggiungere i risultati, per adesso stiamo andando bene. Noi abbiamo intrapreso un percorso di crescita del club, non solo sportivo. Quest'anno si dice che non abbiamo comprato nessuno, ma noi non dobbiamo spendere solo per spendere, non possiamo puntare sulla quantità. Abbiamo fatto tre acquisti che serviranno a rinforzare la squadra e non abbiamo venduto nessuno'. Un messaggio inviato soprattutto a quel pezzo di Nord che non ha capito il suo 'Progetto Lazio': 'Il mio rapporto con i tifosi? Tranne quelli che hanno posizioni pre-determinate, gli altri si stanno rendendo conto che stiamo facendo grandi sforzi. Quando io ho preso la Lazio avevamo debiti enormi, purtroppo però per molti la consuetudine è diventata legge'.
(Il Tempo)