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    Lazio, Lotito: 'Lo stadio è fondamentale. Flaminio? Sono 40 anni che non ci riusciamo...'

    Lazio, Lotito: 'Lo stadio è fondamentale. Flaminio? Sono 40 anni che non ci riusciamo...'

    Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto al DLA Piper Sport Forum, in collegamento direttamente dal Senato: "Lo stadio è fondamentale, pensate che io, quando sono entrato nel calcio, dissi proprio che noi avevamo necessità di recuperare stabilità economica. Lo stadio è una delle principali fonti di ricavi: in Germania è la principale, solo con la birra le squadre tedesche guadagnano cifre spaventose. Il vincolo idrogeologico fa sorridere, si basa sulla possibilità che ogni cent'anni possa esservi un'inondazione. Venezia è costruita sull'acqua…. Ci sono cose che possono essere risolte. In Italia siamo indietro, abbiamo necessità di incrementare infrastrutture".

    Ha appuntamento con il sindaco Gualtieri per il Flaminio?
    "Evitiamo personalizzazioni, io ho ipotizzato di creare una cabina di regia con un commissario ad acta. Se il tutto è demandato a una struttura terza, che in modo asettico e oggettivo, sulla base delle norme e di un piano che preveda meno cavilli, è tutto più rapido: credo ci siano le premesse per creare questo canale preferenziale, che non è davvero tale perché sono 40 anni che non riusciamo a fare lo stadio".

    Il calcio italiano è diventato un obiettivo di tanti fondi di investimento. È soddisfatto della cessione dei diritti, delle cifre e del modello?
    "Non si tratta di essere soddisfatti. I fondi, che oggi hanno grande liquidità e capacità di investire, vedono il calcio come una grande opportunità. Ci sono grandi margini di miglioramento, sia nei ricavi che negli utili. Il problema è che noi, per come la vedo modestamente io, abbiamo una visione legata a una persona, a un'individualità, e non a un gruppo che non ha simili riferimenti, se non la persona che gestisce. Il calcio ha contenuti e tradizioni che vengono tramandati, i fondi determinano che perde questo aspetto romantico. Oggi questo viene meno perché si parla solo di denaro: noi abbiamo fatto un'opera di salvataggio del sistema, in due tempi partendo dall'anno scorso con una norma che ha consentito, nel post Covid, di dilazionare il pagamento delle imposte. Era dovuto, il cinema ha avuto 1,1 miliardi di fondi a soldo perduto e il calcio nulla. Questo ha consentito la possibilità di avere una visione prospettica di cinque anni, con potenziali incrementali legati alla lotta alla pirateria: lo Stato perde 4 milioni al giorno di tasse e noi perdiamo fra i 200 e 300 milioni all'anno".

    Decreto crescita per i calciatori: sì o no?
    "C'è un tentativo di eliminarlo. Io più che eliminare le cose in corso, che porterebbero dei danni a tante persone, penso che sia giusto scadenzare in un tempo che salvaguardi cinque anni di contratto la possibilità di modificare la norma. Noi dobbiamo creare par condicio per tutti".

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