Lazio, Reja 'salvato':| Da Lotito e dalla squadra
'Così non posso più andare avanti, lascio la Lazio'. Sono le 13,30 quando Reja comunica a Lotito le sue dimissioni. Un fulmine a ciel sereno, una scelta che il presidente respinge prontamente. Il tecnico però è irremovibile, sente di aver perso definitivamente la fiducia dell'ambiente e decide di non dirigere la seduta di allenamento pomeridiana.
Sono ore frenetiche a Formello. Lotito decide di anticipare il suo arrivo al quartier generale biancoceleste dove nel pomeriggio è in programma un consiglio di sorveglianza. Prende da parte il tecnico e gli conferma la massima fiducia ma lui, contestato in mattinata da un gruppetto di tifosi mentre era in macchina, è irremovibile: 'Con questo clima a 65 anni non posso più lavorare sereno'.
A quel punto Lotito si gioca la sua ultima carta: i giocatori. Decide così di richiamarli a Formello per dimostrargli che la squadra è con lui: 'Restiamo vicini all'allenatore - spiegano negli spogliatoi - perché ognuno di noi può commettere un errore, ma se la stagione è iniziata in questo modo la colpa non è sua'. Nonostante tutto Reja non è convinto - all'uscita di Formello era scuro in volto - e non ha intenzione di continuare a lavorare in un ambiente così ostico.