La Lazio ora può volare:| Senza più il freno di Reja...
Amici laziali, questi sono tempi così dolci che più dolci non si può, visto che sulle squisitezze confezionate dai nostri eroi i fantozziani sodali di Zdenek Zeman e di Totti sono stati così gentili da colare miele in abbondanza. Però dobbiamo anche essere onesti con noi stessi e guardarci senza indulgenza nello specchio. Perché - confessiamolo - non solo non ci aspettavamo di ritrovarci in questo paradisiaco stato di grazia ma, anzi, eravamo in cuor nostro convinti che la catastrofe fosse in agguato, che il bluff di Lotito sarebbe stato sbugiardato nel momento di scoprire le carte, che Vladimir Petkovic fosse una sorta di bambola gonfiabile e che Hernanes fosse una pippa fra le mezze pippe. Invece il presidente Lotito non bluffava, Petkovic oltre che bello sembra proprio un grande allenatore, Hernanes è un campione e persino le mezze pippe paiono essersi trasformate in giocatori veri grazie all'opera di questo tecnico che non ha bisogno di comportarsi da maleducato per dimostrare di avere idee e personalità.
Per cui accomodiamoci pure in poltrona per goderci il primato in classifica e il +5 su una Roma che, grazie alle banche tanto odiate da Zeman, può permettersi di spendere il doppio di noi in giocatori, ma non facciamolo prima di aver ammesso che non ci avevamo capito niente e, soprattutto, senza aver cancellato il desiderio, recondito e represso, di aver ragione a posteriori e che le cose marcino diversamente non appena il gioco comincerà a farsi più duro. Che non si possa continuare proprio così è chiaro, però direi che l'allungarsi della nostra striscia vincente in partite ufficiali e il livello delle altre partite che vediamo in tv ci abbiano ormai dimostrato in maniera incontrovertibile almeno tre cose: 1) La Lazio gioca bene. 2) I giocatori biancocelesti ci credono. 3) La concorrenza, Juve esclusa, non vale granché.
Dal che possiamo dedurre che la Lazio di Petkovic, immutata negli uomini rispetto a quella dell'anno scorso, ha tutte le chances di arrivare là dove sarebbe potuta arrivare anche allora se Edy Reja non l'avesse frenata con i suoi timori catenacciari e i suoi cupi umori friulani. Se poi, a sua volta liberato dagli obblighi difensivi che Reja voleva imporgli, anche Maurito Zarate rifiorisse come è rifiorito il brasiliano Hernanes... allora potremmo davvero sognare senza timore di cascar giù dall'amaca al risveglio, come succede a Fiorello nello spot dello sponsor della Roma.
Giancarlo Baccini
(Il Tempo)