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    Lazio, Gila: "Con Sarri non giocavo mai, sono finito dallo psicologo. Baroni mi ricorda Ancelotti"

    Lazio, Gila: "Con Sarri non giocavo mai, sono finito dallo psicologo. Baroni mi ricorda Ancelotti"

    • Redazione CM
    Il suo rendimento è una delle chiavi di volta della strepitosa prima parte di stagione della Lazio di Marco Baroni, capolista a punteggio pieno in Europa League e protagonista anche di un ottima partenza in Serie A, distante appena un punto dalla vetta della classifica. Mario Gila è un calciatore letteralmente ritrovato dopo le difficoltà accusate sotto la gestione di Maurizio Sarri e non è un caso se il suo nome sia stato accostato persino alla squadra nella quale è cresciuto, il Real Madrid, in vista della riapertura del mercato a gennaio.

    Nell'intervista concessa a Repubblica, Gila ripercorre i momenti più significativi del suo percorso. “Il Real era il club dei miei sogni, il numero uno al mondo. Nel giro di due stagioni, dai 16 ai 18 anni, mi sono ritrovato dal settore giovanile di una piccola società, il Mollet, a un’ora da casa mia a Barcellona, all’Espanyol e poi all’accademia del Real. Un salto complicato da gestire per un giovane che non è cresciuto nel vivaio di una big”.

    Sull'esordio nella prima squadra del Real, con Ancelotti in panchina: “Il suo calcio è semplice, i difensori difendono e gli attaccanti devono fare gol. In più Ancelotti ha la capacità di creare amore all’interno del gruppo, hai un amico in più nello spogliatoio. E in questo oggi Baroni me lo ricorda molto”.

    Qualità umane quelle dell'ex tecnico del Verona che per Mario Gila sono la chiave di questo momento e del suo riscatto: “Il suo segreto è l'umiltà. Ci sono tecnici che dicono subito “qui comando io” e si comportano di conseguenza. Lui è diverso, ti vuole bene, coinvolge tutti, comprende le necessità di ciascuno di noi. Ecco perché nella Lazio chi entra dà sempre il 100%”.

    Sempre nell'intervista di Repubblica, il centrale spagnolo spiega invece cosa non ha funzionato con Maurizio Sarri: “Non ho giocato per più di un anno, non mi dava fiducia. All’inizio l’ho presa male, ero arrivato alla Lazio con tante aspettative ed è stata dura, mi ero intristito, mi sentivo in un tunnel. In quel periodo ho avuto bisogno dell’aiuto di uno psicologo, è stato fondamentale, mi ha insegnato a vedere le cose in modo positivo. Sarri aveva le sue ragioni, non ero un top e dovevo crescere, ora lo ringrazio perché mi ha insegnato tanto a livello tattico. Sono maturato parecchio da allora”.

    Sulle prospettive della Lazio: "Venivamo da una stagione difficile, due allenatori si sono dimessi, non pensavo che i risultati sarebbero arrivati così presto. Quest’anno possiamo realizzare qualcosa di bello. Lo scudetto è un concetto lontano: non dico che sia impossibile, ma la squadra non è stata costruita per quello. Dobbiamo cercare di tornare in Champions. E in ogni caso sono convinto che possiamo vivere una stagione importante”.

    Infine Mario Gila confessa a Repubblica le sue sensazioni in vista del mercato, considerando che al Real Madrid spetta pure una percentuale (50%) su una futura rivendita: “Io sono felicissimo qui: voglio aiutare la Lazio a qualificarsi per la Champions e a vincere trofei. Poi certo, il mio futuro è lì, a Madrid, ma c’è tempo: tra l’altro la mia idea è tornare al Real quando sarò pronto per fare il titolare”.

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    LaserCaptainCage
    LaserCaptainCage

    Sarri è finito da anni. Ha ragione. Baroni fenomeno

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