Lazio, Pellegrini si presenta: 'Sarri, il derby, le punizioni e il sogno: vi dico tutto'
SARRI - "Io credo di avere le possibilità di convincere Sarri a puntare su di me. Sicuramente conoscendo già il mister, qualche concetto è rimasto. La sua presenza è stata una cosa ulteriore per far si che io venissi qui. Stimo molto il mister per come intende il calcio. Tra calciatori parliamo e sappiamo già per vie trasverse quello che può essere il lavoro con untencicno. A Torino ho avuto modo di vedere qualcosa, ma non tutto. Spero che quel poco mi possa aiutare. Ogni allenatore è diverso e hanno modi diversi di analizzare la partita. Sicuramente io ho avuto la fortuna di conscere già Sarri tempo fa, e i concetti in teoria li conosco già. I tempi precisi di quando potrò essere pronto in campo li dovete chiedere al mister e se ancora non lo ha fatto ha sicuramente le sue motivazioni. Sono io che devo dare una mano a Sarri a credere in me".
SQUADRA - "Io sono rimasto ben impressionato. Tanti compagni li conoscevo già prima. Credo che sia un gruppo unico, dove mi sono ambientato subito molto bene e loro mi hanno dato una grande mano. Avevo un bel rapporot anche prima, in particolare con Alessio (Romagnoli, ndr), Zaccagni, Patric. Ma anche quelli che conoscevo solo di vista mi hanno fatto una buona impressione. Penso che questa squadra abbia già tantissimi valori. Se devo pensare a un difetto tecnico faccio fatica. Io posso portare energia e buon umore, voglia di continuare a spingere e fare bene. Ho portato io un po' di musica nello spogliatoio, perché prima che arrivassi non c'era!"
SOGNO - "Prima di giocare contro la Lazio chiamavo sempre i miei amici e ci scherzavamo un sopra. Si parlava del mio arrivo da un po', ma erano voci più importanti per gli altri, che per me. Io non leggo molto i giornali. Ridendo e scherzando anche un anno e mezzo fa, quando uscì la notizia che la Lazio cercava un terzino, dissi al mio procurtatore 'che faciamo? Andiamo?'. L'obiettivo di venire qui c'è sempre stato e sono contento che si sia concretizzato, anche se solo all'ultimo giorno di mercato. A casa non si poteva parlare di questo possibile trasferimento. Conoscendomi da tanto, anche con gli amici c'era molta diffidenza a dare credito a tante voci che giravano. Io sto cominciando solo ora a realizzarmi come giocatore della Lazio. Da tutti i miei amici e la mia famiglia questa cosa è stata percepita come una favola. Ora gioco nella squadra di cui sono tifoso ed è uno dei sogni di ogni bambino che si è realizzato. Per ora punto alla conferma e a convincere il club a puntare su di me per il futuro, poi per ritrovare la Nazionale - altro sogno che hanno tutti - ci sarà tempo per pensarci"
CARRIERA - "L'esperienza all'estero, ma in generale girare tante squadre, arricchisce il proprio bagaglio culturale. Ho avuto la possibilità di vedere un altro tipo di calcio e ho anche un po' modificato la mia visione del gioco, ho capito che non c'è solo un modo di giocare. Mi porto bellissimi ricordi e fino a due settimane fa avevamo fatto un bellissimo campionato con l'Eintracht. Credo che andare all'estero sia un'esperienza che tutti i giovani dovrebbero fare.
Io ho cambiato spesso tanti ruoli e solo col tempo ho capito che quello di oggi sarebbe stato il mio ruolo definitivo. Mi sono appassionato a giocatori diversi, ma ho cercato di rubare qualcosa da ognuno dei grandi che ho avuto modo di vedere.
PUNIZIONI - "In squadra ci sono grandi giocatori e non so se Sergio (Milinkovic, ndr) sarebbe troppo d'accordo a lasciarmele battere (ride, ndr). Diciamo che per ora devo fare un passo alla volta. Poi vedremo".
DERBY - "Il derby vale tre punti come le altre. Ci saranno delle emozioni che penso di saper gestire. So che è molto sentita dai tifosi, ma non credo nella grande differenza per un calciatore di sentire la partita in maniera particolare. Anche la Juve, il Cagliari, l'Eintracht sono state parte del mio passato: il derby sarà una partita da ex, come tutte le altre".