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    Caputo e il gol dell'ex... obiettivo: cosa è successo l'estate scorsa e perché non è andato alla Lazio

    Caputo e il gol dell'ex... obiettivo: cosa è successo l'estate scorsa e perché non è andato alla Lazio

    • Tommaso Fefè
    Da ieri c’è una nuova legge non scritta che regola i destini incrociati tra calciomercato e calcio giocato. È quella del gol dell’ex… obiettivo. L’ha sperimentata la Lazio sulla sua pelle con Francesco Caputo. Sedotto e abbandonato in estate dai biancocelesti, come possibile vice-Immobile, il centravanti passato pochi giorni fa dalla Sampdoria all’Empoli ha avuto la sua vendetta, con il gol del 2-1 che ha aperto la rimonta toscana all’Olimpico.

    REWIND – Riavvolgiamo velocemente in nastro: Jovane Cabral non viene riscattato a giugno 2022 e Muriqi, rientrato dal prestito, resta sulla lista dei partenti. A Sarri manca quindi un centravanti di riserva. Tanti i nomi che finiscono sul taccuino di Tare. Caputo era uno di quelli fatto da Sarri in persona, che sembrava calzare alla perfezione: costava poco (la Samp lo avrebbe ceduto per poco più di due milioni), non pretendeva di giocarsi il posto da titolare, aveva già esperienza in Serie A ed era (anzi, lo è tutt’ora, come si è visto ieri) garanzia di rendimento, all’occorrenza. Il classe ‘87 a Roma sarebbe venuto di corsa, per giocarsi in una piazza importante gli ultimi scampoli di carriera, con la prospettiva per giunta di esordire in Europa. C’era stato anche un contatto telefonico tra il calciatore e lo stesso Ciro Immobile, a conferma che l’affare sembrava potersi concludere facilmente. Poi il dietrofront.

    IL RIPENSAMENTO – Il mercato ha abituato a capovolgimenti di fronte improvvisi. Spesso inspiegabili, all’apparenza. E questo è stato proprio uno di quei casi. Lotito metteva sul piatto qualcosa meno della richiesta dei blucerchiati (circa 1,5 milioni), ma nulla che non potesse essere trattato. Il calciatore non aveva neanche richieste fuori budget per il contratto. Il nodo su cui all’ultimo la dirigenza capitolina ha avuto l’ultima, decisiva, remora era legato alla carta d’identità: a Formello è sorta all’improvviso la convinzione che non valesse la pena spendere quei (pochi) soldi per un 35enne. Diverso sarebbe stato il caso di un giocatore svincolato, ma il club genovese non aveva intenzione di liberarsi in quel modo del cartellino. Meglio puntare su altro allora. Il fatto che poi questo altro non sia mai arrivato e che si sia preferito scommettere su un’ipotetica trasformazione di Cancellieri in punta centrale è tutt’altro discorso. Resta invece per la Lazio l’amara realtà di aver buttato al vento due punti, a causa di un giocatore che invece in quei minuti poteva essere seduto comodamente in panchina, affianco a Sarri.

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