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Lazio, avv. Gentile: 'Col Torino confidiamo nel 3-0 a tavolino. Immobile? Protocollo rispettato, sul ricorso...'
Torna a parlare il legale della Lazio, l'avvocato Gian Michele Gentile, in merito alla questione della disputa del match tra la squadra biancoceleste e il Torino, prevista inizialmente lo scorso 2 marzo e rinviata per il focolaio di Covid emerso nella formazione granata. A Radio Incontro Olympia, l'avvocato Gentile ha dichiarato: "Siamo convinti che la partita non si debba giocare. Più studiamo la situazione più siamo convinti di questo, preparando il ricorso al collegio di garanzia del CONI, ritenendo che ci siano gli estremi per l'assegnazione del 3-0 a tavolino. Dunque al momento quello del recupero è un problema che non ci tocca, perché siamo convinti della nostra tesi".
Sulle sanzioni comminate dal Tribunale Federale Nazionale sul caso tamponi dello scorso ottobre: "Il punto determinante che ha provocato la sanzione ai medici e alla Lazio è di carattere giuridico, cioè comprendere qual è la disciplina che regola gli accertamenti dei tamponi: noi abbiamo sempre sostenuto che fosse compito della sanità pubblica, il tribunale ha detto che questo è vero, ma che il compito è anche della società e del singolo soggetto risultato positivo. Può essere una motivazione di carattere civico, ma che non si può trarre dalle norme UEFA e FIGC, secondo le quali la raccolta dei dati relativi al numero di tamponi effettuati e di tamponi positivi riscontrati è un servizio pubblico, svolto tramite una collaborazione diretta tra il laboratorio che li effettua e la ASL, attraverso una piattaforma telematica. C'è poi un altro aspetto del problema: il tampone non è una diagnosi ma è un esame, come quando si riscontra qualcosa da una radiografia. Poi la radiografia viene portata dall'ortopedico che riscontra se c'è frattura, lussazione o altro. Quando noi abbiamo, nel caso di Immobile, nello stesso giorno un tampone positivo o un tampone negativo, il primo fatto con un sistema rapido dalla Synlab, il secondo dal laboratorio di Avellino. Nei giorni successivi tamponi e sierologico erano negativi e quindi Immobile è andato a giocare. La Lazio ha fatto ciò che doveva fare secondo il protocollo e le norme in vigore. Per l'appello c'è tempo fino a martedì e riteniamo che sia una decisione che va studiata meglio".
Sulle sanzioni comminate dal Tribunale Federale Nazionale sul caso tamponi dello scorso ottobre: "Il punto determinante che ha provocato la sanzione ai medici e alla Lazio è di carattere giuridico, cioè comprendere qual è la disciplina che regola gli accertamenti dei tamponi: noi abbiamo sempre sostenuto che fosse compito della sanità pubblica, il tribunale ha detto che questo è vero, ma che il compito è anche della società e del singolo soggetto risultato positivo. Può essere una motivazione di carattere civico, ma che non si può trarre dalle norme UEFA e FIGC, secondo le quali la raccolta dei dati relativi al numero di tamponi effettuati e di tamponi positivi riscontrati è un servizio pubblico, svolto tramite una collaborazione diretta tra il laboratorio che li effettua e la ASL, attraverso una piattaforma telematica. C'è poi un altro aspetto del problema: il tampone non è una diagnosi ma è un esame, come quando si riscontra qualcosa da una radiografia. Poi la radiografia viene portata dall'ortopedico che riscontra se c'è frattura, lussazione o altro. Quando noi abbiamo, nel caso di Immobile, nello stesso giorno un tampone positivo o un tampone negativo, il primo fatto con un sistema rapido dalla Synlab, il secondo dal laboratorio di Avellino. Nei giorni successivi tamponi e sierologico erano negativi e quindi Immobile è andato a giocare. La Lazio ha fatto ciò che doveva fare secondo il protocollo e le norme in vigore. Per l'appello c'è tempo fino a martedì e riteniamo che sia una decisione che va studiata meglio".