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Lautaro condannato per licenziamento ingiusto della babysitter. Replica furiosa: 'Che razza di persone siete?'
"La donna in questione, di 27 anni e di nazionalità argentina, è deceduta a gennaio 2023 a causa di una malattia incurabile, scoperta proprio mentre lavorava nella residenza milanese di Lautaro. Dopo otto mesi dall’assunzione regolare, la ragazza ha dovuto recarsi in ospedale per provare a curare quella malattia che, purtroppo, non le ha lasciato scampo. Durante la sua degenza, però, ecco arrivare la lettera di licenziamento da parte del calciatore che le contestava il superamento del numero di giorni di permesso per malattia.
Il licenziamento è stato subito impugnato dai legali della ragazza, appartenenti allo studio legale Gagliano-Vadalà. Dopo alcuni tentativi di conciliazione bonaria, iniziati per volontà degli avvocati della ragazza, che però non hanno trovato un accordo che accontentasse entrambe le parti. Ecco quindi che è stato necessario rivolgersi al Tribunale di Milano. Nel frattempo, la ragazza è deceduta, e la causa è stata passata ai suoi eredi.
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Milano, dopo un tentativo di conciliazione rilevatosi vano per la mancata adesione di Lautaro Martinez, ha emanato la sentenza, dichiarando l’illegittimità del licenziamento avvenuto durante il periodo di comporto e condannando il datore di lavoro al versamento di una somma in favore degli eredi della giovane babysitter oltre al pagamento delle spese legali", conclude il sito.
REPLICA - Non ci sta Lautaro Martinez, che sui propri social ha risposto alla notizia: "Ho deciso di restare in silenzio per tanto tempo per rispetto verso una famiglia che mai lo ha avuto nei nostri confronti. Ma non permetto che possano infangare la mia. Abbiamo assunto una persona che già era malata, amica da una vita intera, fin quando purtroppo non ha più potuto lavorare perché la malattia glielo impediva. Dopo aver fatto tanto per lei e la sua famiglia, facendoci carico dei biglietti per farli venire in Italia, di mettere vicini i letti quando l'ospedale era al collasso, aiutandola nelle cure e pensando all'alloggio per i suoi genitori che abbiamo dovuto CONVINCERE a venire a prendersi cura della figlia che stava morendo. Dopo aver dato tutto, loro hanno aspettato che la figlia fosse in punto di morte e che non fosse più lucida per tentare di prenderci dei soldi approfittando della situazione. E non solo: anche dopo la sua dipartita, hanno continuato a insistere ma è andata male, e non poteva essere altrimenti. Allora, dopo l'emissione della sentenza dove non hanno potuto scucirci un euro perché il tutto non corrispondeva al vero, perché noi il nostro GRANDE AIUTO lo abbiamo dato quando dovevamo, fanno questo per infangarci? Che razza di persone bisogna essere per cercare di spillare soldi approfittando della morte di un figlio? Mi fate schifo, andate a lavorare".